la vendemmia

Vino: 2,4 milioni di ettolitri nei tini abruzzesi

Le stime di Assoenologi sui primi dati della raccolta dell’uva: "Qualità buona, i prezzi penalizzano i prodotti generici"

PESCARA. Nel 2015 si produrranno in Italia tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino e mosto, a fronte della media quinquennale (2010/2014) di 44,1 milioni di ettolitri e di quella decennale (2005/2014) di 45,5 milioni di ettolitri. L’Abruzzo produrrà 2 milioni 390 mila ettolitri (, in crescita rispetto ai 2 milioni 273 mila ettolitri del 2014, in calo rispetto alla media dell’ultimo quinquennio (2 milioni 251 mila ettolitri) e all’ultimo decennio (2 milioni 737 mila ettolitri).

La stima è di Assoenologi, l’associazione enologi enotecnici italiani, ed è valida sino a fine ottobre, periodo in cui l'Assoenologi presenterà i dati definitivi. Le previsioni quantitative e qualitative sono state formulate al termine del conferimento del 5-10% della produzione.

Fatta eccezione della Toscana (-5%), della Lombardia e della Sardegna (produzione uguale al 2014), tutte le altre regioni registrano un incremento produttivo oscillante da +5% (Emilia Romagna) a +25% (Puglia). L’Abruzzo registra un +5%. La produzione, quindi, è tornata nelle medie pluriennali, dopo i forti decrementi del 2014 , del 2012 e del 2011.

Il Veneto rimane la regione più produttiva con ben 9,1 milioni di ettolitri. L’Abruzzo è la sesta regione per quantità dopo Veneto, Emilia Romagna, Puglia, Sicilia, Toscana.

La qualità secondo Assoenologi è ottima/eccellente in tutt'Italia. Ma sarà l'andamento climatico e meteorico del mese di settembre, e di parte di quello di ottobre, per alcune varietà tardive, a decidere il livello qualitativo della produzione.

Quanto al mercato le contrattazioni sono ancora minime, sottolinea Assoenologi, «tutti stanno alla finestra e vogliono capire come effettivamente si evolverà la produzione. Allo stato attuale delle cose l'interesse è focalizzato sulle prenotazioni di vini richiesti dal mercato, mentre risultano ancora piuttosto deboli quelle di vini comuni e senza denominazione di origine».

L’ABRUZZO. Ma veniamo all’Abruzzo. «L'annata 2015», sottolinea l’associazione degli enologi, «è stata caratterizzata da numerose anomalie climatiche. È iniziata con una primavera molto piovosa contraddistinta da numerosi allagamenti e smottamenti che hanno interessato anche i vigneti abruzzesi. Successivamente il clima si è regolarizzato con piogge e temperature non eccessivamente rigide, così da evitare gelate tardive». L'assenza di fitopatie ha ridotto notevolmente il numero di interventi e la sanità dell'uva ad oggi si presenta eccellente.

La raccolta è partita il 18 agosto con le varietà precoci (Chardonnay e Pinot grigio). «La produzione si presenta normale con un quantitativo, al momento, superiore del 5% rispetto al 2014, soprattutto per quelle zone che hanno potuto usufruire delle irrigazioni di soccorso che hanno garantito uno sviluppo vegetativo equilibrato».

Per le altre varietà medio-tardive (Pecorino, Trebbiano, Falanghina, Cococciola, Sangiovese e Montepulciano) gli enologi aspettano i dati di questi primi giorni di settembre per fare le prime valutazioni, «in considerazione dell'anda-mento climatico che dopo Ferragosto si è rivelato altalenante anche se sempre caratterizzato da alte temperature».

Per quanto riguarda il mercato del vino si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa, «un ottimo interessamento sia sulla tipologia dei vini a Igt che a denominazione di origine. Discorso diverso sui vini generici che risentono della forte concorrenza, tendente al ribasso, dei vini spagnoli per cui le richieste minime». ©RIPRODUZIONE RISERVATA