Assagenti festeggia 80 anni e rilancia i ruoli dei porti e dello shipping italiano

Dall’assemblea di Assagenti, in occasione dell’ottantesimo compleanno, nasce l’idea di un desk interregionale per rilanciare i porti e la logistica del Nord-Ovest italiano
Un compleanno celebrato mentre c’è la guerra nei cieli e sui mari. Un compleanno festeggiato riflettendo sullo shipping, in Italia, a cavallo tra Tirreno e Adriatico, con un occhio al passato e uno al futuro. É questo il senso della grande assemblea che Assangenti ha tenuto lunedi a Genova. A soffiare le candele era la più antica Associazione di agenti marittimi d’Italia. Due anelli di congiunzione, quello dichiarato fra mare e terra e quello celebrato fra passato e futuro sono stati il cuore del dibattito della giornata. All’insegna di questi due temi l’Associazione genovese degli agenti e mediatori marittimi ha festeggiato con un’assemblea aperta, gli 80 anni dalla sua costituzione, in un lontano 1945, in un anno che vedeva il loro porto distrutto dalle bombe, e che li vedeva impegnarsi nella ricerca affannosa di una resurrezione. A ottant’anni di distanza le sfide sono ovviamente diverse, ma non meno impegnative.
“La logica – come ricordato dal Presidente Gianluca Croce – nel 1945 era quella del fare; quella stessa logica, frutto di una capacità di adattarsi ai tempi e ai cambiamenti del mercato, torna a ispirare la volontà degli agenti marittimi genovesi che oggi hanno lanciato l’idea di un organismo nuovo di consultazione e, al tempo stesso problem solver, che non sia composto solo dalle tradizionali categorie del cluster marittimo, ma anche dalle industrie manufatturiere del quadrante Nord-Ovest (Liguria, Piemonte e Lombardia, ma anche dall’Emilia Romagna). Divertente é stato lo scambio di battute tra il presidente della regione Liguria Marco Bucci, e quello della regione Emilia Romagna Michele De Pascale. Il primo nel suo discorso puntava sulla rinnovata centralità del nodo Tirrenico partendo da un antecedente lontano: “La mia passione per la storia mi spinge a ricordare che Genova nel 1600 era la nazione più ricca del mondo”. Il secondo rispondeva con pari ironia: “Come ex sindaco di Ravenna sono obbligato a ricordare che il nostro porto é stato fondato dall’importo romano, quando dominava tutto il mondo”.
Ma il cuore del dibattito è stata una proposta, quella che per semplicità è stata chiamata il “desk”. Ovvero un tavolo del tutto anomalo, ispirato al massimo pragmatismo, tale da imporre anche alle Istituzione metodi e tempi per affrontare e risolvere i problemi del più importante polo logistico-industriale italiano nonché un allargamento della digitalizzazione portuale in tutto il paese; una proposta che è stata di fatto accettata sia dal Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, sia dal Presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, che ha esplicitamente fatto riferimento alla necessità di abbattere barriere e intoppi burocratici. Auspicando un impegno del governo sui tema dei porti e del loro aggiornamento tecnologico Assagenti ha “lanciato il cuore oltre l’ostacolo” riportando il porto di Genova al centro del dibattito sulla competitività del sistema manufatturiero italiano. Caratterizzata dalla prima partecipazione della neo Sindaca, Silvia Salis, a un importante assise imprenditoriale e dalla prima uscita pubblica del neo nominato Commissario del porto di Genova/Savona, Matteo Paroli, l’Assemblea di Genova ha segnato una ideale svolta nel dibattito che pareva da mesi stagnare su tematiche politiche e sulle polemiche che tutt’oggi aleggiano sulle nomine portuali, riportandolo sul ruolo che il maggior porto italiano (dotato della nuova diga e di una rete di collegamenti) si candida a svolgere in un Mediterraneo tornato a essere centrale. Secondo un dato estrapolato dall’abstract di una ricerca in corso a opera del Centro Giuseppe Bono, a un aumento del 18% del traffico movimentato per l’industria manufatturiera nel porti italiani, e in particolare in quello di Genova (a discapito dei porti del Nord Europa oggi anche penalizzati dalla crisi del sistema delle idrovie) corrisponderebbe un vantaggio competitivo del 6/7% sul costo dei prodotti finiti. E non a caso la centralità futura del Mediterraneo è percepita come molto probabile da Paesi come la Russia (che sta dispiegando la sua flotta al largo di alcuni Paesi del Nord Africa) e dalla Cina (impegnata in uno shopping azionario in imprese sud europee anche con presenza nei porti).
La necessità di fare fronte comune per una moderna logistica fra porto di Genova e regioni, è stata condivisa dall’Assessore Claudia Maria Terzi, della Regione Lombardia, dall’Assessore Enrico Bussalino della Regione Piemonte e dal Presidente della Regione Emilia Romagna, Michele De Pascale. E su queste tematiche – ha insistito Marco Bucci, oggi Presidente della Regione Liguria – è necessario bruciare i tempi per sfruttare un’occasione storica. Occasione confermata anche dai Presidenti delle due Associazioni armatoriali, Stefano Messina (Assarmatori) e Mario Zanetti (Confitarma). E di storia Assagenti ne vanta davvero molta. Lo hanno testimoniato quelli che erroneamente potrebbero essere definiti “decani” di una professione in cui sono ancora impegnati sulla linea del fronte e che hanno lasciato la loro testimonianza “del fare”: Franco Zuccarino, Gianfranco Duci, Giovanni Novi e il past president di Assagenti Marcello Cignolini. Una grande giornata di diverto e di riflessioni, sapendo che il dieci per cento del prodotto intendo lordo italiano viene dal mare. E che se il Pil nazionale crescerà sarà perché cresce il Pil connesso al mondo dello shipping.