Piccolotti (Avs): «La riforma Nordio evita processi ai potenti, presenterò un’interrogazione urgente»

9 Novembre 2025

L’annuncio della deputata: «Questa norma deve essere corretta. Casi come quello di Chieti erano stati largamente immaginati dai giuristi»

CHIETI. Sui tre ladri in fuga grazie alla riforma voluta dal ministro Nordio interviene Elisabetta Piccolotti. Secondo la parlamentare Avs, si tratta dell’ennesima prova di «una giustizia piegata ai potenti». La sua voce dal telefono risulta decisa «Presenterò un’interrogazione urgente...»

Una legge un po’ allucinante, che ne pensa?

«Sì, ma lo sapevamo che avrebbe prodotto alcuni di questi effetti, l’avevamo già segnalato all’epoca della discussione in aula».

Quindi ci troviamo con tre borseggiatori liberi e una povera anziana di ottant’anni che non troverà mai giustizia, probabilmente.

«Esatto. Queste riforme non sono state fatte pensando a dare giustizia ai cittadini che ne hanno necessità perché sono vittime di crimini, ma per evitare i processi ai colletti bianchi e ai potenti».

Cioè?

«Dentro questo scontro furente tra governo e magistratura ci sono esattamente queste motivazioni. Non solo l’interrogatorio preventivo, anche l’abolizione dell’abuso d’ufficio porta a situazioni paradossali».

Non so se ha visto anche la vicenda del medico che obbligava i pazienti a comprare farmaci nella parafarmacia del figlio e che viene assolto perché il fatto non è più previsto come reato.

«Sì, ci sono queste assoluzioni, ed è grave. Ma ancor più grave è che in tanti casi l’abuso d’ufficio è un reato “spia”, che permette ai magistrati di scoprire reati legati alla criminalità organizzata e alla mafia. Quindi è un’abolizione brutta da tutti i punti di vista».

Presenterà un’interrogazione al ministro Nordio?

«Sì. Depositeremo lunedì, alla riapertura delle Camere, un’interrogazione per capire se intende correggere queste norme per impedire che possano verificarsi casi di questo tipo. Oppure, peggio ancora, se anche questi casi sono voluti. Perché erano stati largamente immaginati dai giuristi nelle settimane precedenti l’approvazione della norma: è strano che non sia stata corretta allora e che non lo sia neppure oggi».

Lei faceva riferimento anche a una norma che agevola i colletti bianchi. Ci può spiegare meglio?

«È una norma che impedisce l’arresto e quindi la custodia cautelare in molti casi. Nordio l’ha pensata per difendere i politici o chi detiene potere dalle misure cautelari della magistratura. In questo modo non si viene arrestati subito, ma si hanno cinque giorni per preparare un interrogatorio preventivo che dovrebbe convincere il pm che l’indagato non merita l’arresto. In quei cinque giorni, però, si possono nascondere prove, costruire difese, conoscere la linea accusatoria del pm o addirittura – come è successo nel caso dei tre ladri – sparire e non farsi trovare più».

Anche la riforma della magistratura su cui voteremo al referendum nasce dalla stessa logica?

«Esatto. È una riforma pensata per dare maggiori poteri al governo, infischiandosene dei bisogni dei cittadini che chiedono una giustizia più efficiente e più veloce».

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