Antonio Iosa, esponente della Democrazia cristiana, gambizzato dalle Brigate rosse a Milano nel 1980

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1 aprile

Oggi, ma nel 1980, a Milano, nella sezione della Democrazia cristiana di via Mottarone 5, in un’azione di rappresaglia per l’uccisione di quattro terroristi rossi, avvenuta, il 28 marzo precedente, nel covo di via Umberto Fracchia 12, a Genova, da parte del reparto anti terrorismo dei carabinieri, dopo le rivelazioni del brigatista pentito Patrizio Peci, capo del gruppo di fuoco Br di Torino, quattro componenti incappucciati della colonna milanese Walter Alasia delle Brigate rosse, guidata da Pasqua Aurora Betti, gambizzavano l'esponente scudocrociato Antonio Iosa (nella foto, con una delle sue pubblicazioni). Quest'ultimo, originario di Castelnuovo di Monterotaro, in provincia di Foggia, classe 1933, era nel capoluogo lombardo dal 1951, ed era stato scelto per essere giustiziato, ma poi, dopo gli scongiuri, spiegando di avere due figli, Christian e Davide, oltre alla moglie, Raffaella, riusciva a cavarsela solo con proiettili negli arti inferiori.

Era stato messo al muro dagli estremisti della stella a cinque punte insieme a Eros Robbiani, Emilio De Buono e Nadir Tedeschi. Per evitare l’amputazione della gamba verrà, nel tempo, sottoposto a 34 operazioni chirurgiche. Il suo calvario diverrà uno dei simboli degli anni di piombo del capoluogo lombardo. Per il suo impegno nel sociale, invece, diverrà l'iconico presidente dell'Associazione italiana vittime del terrorismo, attiva per vedere riconosciuti i diritti dei familiari delle persone colpite dai terroristi.

Nel 1962 Iosa aveva fondato il circolo culturale Carlo Perini, nel quartiere di Quarto Oggiaro-Vialba, proprio per svolgere un’azione di promozione sociale ed umana per gli abitanti delle periferie urbane della città meneghina, e da allora ne era il presidente. Secondo i sicari Iosa era considerato reo, soprattutto, di essere riuscito ad infiltrare la Dc nella classe operaia ambrosiana. Nell'agguato di via Fracchia erano morti i brigatisti Riccardo Dura, Lorenzo Betassa, Piero Panciarelli, Annamaria Ludmann. E come vendetta, nelle intenzioni iniziali dei brigatisti della Alasia, che non verranno individuati, sarebbero dovuti essere soppressi altrettanti democristiani.