10 agosto

Oggi, ma nel 1986, a Budapest, in Ungheria, sul tracciato dell’Hungaroring, dopo 76 giri di pista pari a 305 chilometri complessivamente, il brasiliano Nelson Piquet su Williams-Honda, si aggiudicava il primo gran premio di Formula 1 disputato, su pressione di Bernard “Bernie” Ecclestone, inglese patron della Formula one constructors’ association, in un Paese aderente al Patto di Varsavia, siglato il 14 maggio 1955 per volere di Nikita Sergeevič Chruščëv, primo segretario del Partito comunista dell’unione sovietica. Il vincitore scalzava, con una magistrale manovra di sorpasso messa a segno in sbandata controllata “in stile kart” in esterno della curva all’uscita del rettilineo finale, anche il connazionale Ayrton Senna, della Lotus-Renault, che era costretto ad accontentarsi della seconda piazza.
Sul gradino più basso del podio finiva il sodale di scuderia, il britannico Nigel Mansell, che comunque, con 55 punti inclusi quelli guadagnati nel cimento magiaro, guidava la classifica iridata piloti. Lista che vedeva Senna al numero due, con 48, e Piquet al tre, con 47. La gara, undicesima del campionato mondiale della massima divisione automobilistica, rappresentava il ponte ideale tra est e ovest d’Europa sia dal punto di vista sportivo, ma soprattutto sotto l’aspetto economico. L’altro grande avversario, il transalpino Alain Prost (nella foto, particolare, abbracciato ai più talentuosi colleghi del Circus proprio sul muretto dell’anello ungherese.
Da sinistra: Senna, lui, Mansell, Piquet), della McLaren-Tag Porsche, che il 26 ottobre successivo, ad Adelaide, in Australia, alzerà al cielo la coppa del mondo ’86 guidatori, quel 10 agosto doveva rientrare ai box dopo il primo assaggio del percorso. Contestualmente andava male pure ai driver del Belpaese: tutti costretti al ritiro. Michele Alboreto, della Ferrari, il più in alto nella classifica piloti, in decima posizione, finiva la sua prova al 29° passaggio dal via, per problemi tecnici; Alessandro Nannini, della Minardi-Motori moderni, al 30°, per guasto al propulsore; Teo Fabi, della Benetton-Bmw, al 32°, per noie alla trasmissione; Piercarlo Ghinzani, della Osella-Alfa Romeo, al 15°, per seccature alle sospensioni; Riccardo Patrese, della Brabham-Bmw, al 5°, per malfunzionamento del cambio; Andrea De Cesaris, della Minardi-Motori moderni, al 5°, per intoppo della turbina.