TODAY

10 ottobre

Oggi, ma nel 1875, a Stradella, in provincia di Pavia, Agostino Depretis, capo dell’opposizione parlamentare, futuro padre del trasformismo parlamentare (nella foto, particolare, una caricatura coeva che ritraeva lo statista lombardo come un camaleonte dal volto umano), ovvero come riuscire a governare senza una maggioranza precostituita e stabile, teneva il discorso di enunciazione della sua politica, sia interna che estera, enucleando i punti che avrebbero portato per la prima volta la Sinistra storica al potere, scalzando la Destra storica.

Dopo quello che passerà alla storia politica del Belpaese come “discorso di Stradella”, il 18 marzo 1876, infatti, Marco Minghetti, presidente del Consiglio dei ministri in carica ed esponente della Destra storica, al potere dal 10 luglio 1873, sarà costretto alle dimissioni. Lascerà dopo la frattura che si verificherà nella sua componente politica. Spaccatura che sarà causata dalle accuse di statalismo che gli pioveranno dai suoi stessi compagni di partito dopo la richiesta avanzata, proprio da Minghetti, di riacquistare quelle ferrovie che nel corso del 1865 erano state assegnate a società private bisognose di sovvenzioni pubbliche per sopravvivere. Il 25 marzo 1876 Depretis, originario di Bressana Bottarone, sempre in quel di Pavia, classe 1813, su incarico del sovrano sabaudo Vittorio Emanuele II, presenterà il suo primo esecutivo. Il numero uno dei tre governi Depretis che si succederanno fino al 29 luglio 1887, giorno della morte, che avverrà proprio a Stradella.

Nelle elezioni del 5 novembre 1876 la Sinistra storica verrà consacrata anche dal consenso popolare, raccogliendo il 56 per cento dei consensi, pari a 200.625 voti, ovvero 284 seggi alla Camera su 508, contro il 12,4 di Minghetti e della Destra storica, corrispondente a 44.424 preferenze, ovvero 63 scranni su 508. L’esperienza della Sinistra storica al governo, con Urbano Rattazzi, il già menzionato Depretis, Benedetto Cairoli, Giovanni Giolitti, Francesco Crispi, che beneficerà anche dell’appoggio di quella parte della Destra storica rea di aver agevolato la caduta dell’esecutivo Minghetti, cesserà dopo la sconfitta di Adua. Batosta che arriverà per le truppe coloniali tricolori in Etiopia, l’1 marzo 1896. Anche se nominalmente la dissoluzione della Sinistra storica verrà datata con la chiusura del 1912 quando, in occasione dell’appuntamento con le urne del 26 ottobre-2 novembre 1913 Destra storica e Sinistra storica si uniranno: confluendo nell’Unione liberale.