11 agosto

Oggi, ma nel 1976, a Siculiana, in provincia di Agrigento, l’incendio provocato dall’autobomba verosimilmente destinata ad assassinare Francesco Frenda, di 45 anni, operaio emigrato in Germania 16 anni prima e tornato per le ferie, uccideva Annalisa Angotti, di 4 anni, di Caltanissetta, e la madre Carmela Milazzo, di 38, che erano in villeggiatura nella casa vacanze adiacente la Ford 2000, con targa tedesca, imbottita di tritolo e parcheggiata proprio davanti la porta dell’abitazione. Appartamento che era accanto a quello del presunto bersaglio dei malavitosi. La bambina, che aveva il 70 per cento del corpo ricoperto di ustioni di secondo e di terzo grado, moriva pure a causa della lunga e tortuosa corsa in ambulanza verso l’ospedale di Palermo messa in atto nel tentativo di salvarla. Alla fine spirava nel centro di rianimazione. Il padre di Annalisa, Ugo Angotti, e i fratellini della malcapitata, Francesca di 16, Raffaella di 13, Renato di 9, invece, riuscivano a salvarsi. Mentre nell’esplosione rimanevano ferite altre dieci persone. Le fiamme lambivano anche la dimora adiacente occupata da Mario Bruno e la moglie Virgilia Pantano, di 37 e 38 anni, che avevano pure la nipotina, Giuseppina La Novara, di 11, al seguito. Ovviamente il fatto di sangue (nella foto, particolare, la notizia riportata sul quotidiano torinese “La Stampa”, nell’edizione del 12 agosto di quel 1976) destava enorme scalpore anche al di fuori della Sicilia, sia per la modalità del duplice omicidio avvenuto “per errore”, che per la giovane età delle vittime. Per la precisione Carmela non passava a miglior vita subito, ma il 16 agosto successivo, sempre nel nosocomio del capoluogo regionale, per le conseguenze riportate. Frenda era arrivato da due giorni e il suo precedente soggiorno nella cittadina Chiaramontana risaliva a tre anni addietro. Con buona probabilità l’attentato era stato ordito dalla malavita locale per punire l'emigrante Frenda: la vendetta per vecchie frizioni, evidentemente non ancora sopite

