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11 dicembre

11 Dicembre 2024

Oggi, ma nel 1980, a Milano, in via Varesina, carabinieri in borghese uccidevano il brigatista Roberto Serafini, di 27 anni, genovese, ritenuto “Il maestro dei novizi” poiché specializzato nell’avviare gli ultimi arrivati tra i militanti verso la lotta armata più spinta, e colpivano in modo letale pure l’accompagnatore, Walter Pezzoli, di 23 anni, altro esponente della formazione armata col simbolo della stella a cinque punte giunto da poco dopo essere transitato dall’iniziale periodo vissuto come anarchico.

Quest’ultimo (nella foto, particolare, immortalato sul quotidiano torinese "La Stampa", con la barba, dopo l’assoluzione, del 3 giugno precedente, da parte della corte d’assise genovese, a seguito del processo seguito dopo l’irruzione nel covo Br al civico 12 di via Umberto Fracchia, del 28 marzo di quel 1980), di 23 anni, originario di Rho, ma cresciuto a Pero, morirà dopo il trasporto nell’ospedale Niguarda del capoluogo lombardo. Entrambi facevano parte della colonna delle Br intitolata alla memoria di Walter Alasia, brigatista perito nel conflitto a fuoco con i poliziotti, avvenuto il 15 dicembre 1976, a Sesto San Giovanni.

I due malviventi erano stati seguiti dagli esponenti delle forze dell’ordine dopo le indicazioni rilasciate, in via confidenziale, da Rocco Ricciardi, detto “Il postino”, verosimilmente infiltrato dell’Arma nelle Formazioni comuniste combattenti. Il suo contributo, presumibilmente, aveva consentito al generale della Benemerita Carlo Alberto Dalla Chiesa, responsabile del nucleo nazionale anti terrorismo, di smantellare la Brigata XXVIII marzo, quella coinvolta, tra l’altro, nell’omicidio dell’inviato del quotidiano meneghino “Corriere della Sera” Walter Tobagi, che era avvenuto il 28 maggio precedente, sempre nella città ambrosiana.

Ovvero: Marco Barbone, Paolo Morandini, Mario Marano, Francesco Giordano, Daniele Laus e Manfredi De Stefano. Con Marano e Barbone che avevano premuto il grilletto. La duplice esecuzione di Serafini e Pezzoli destava particolare scalpore nonostante si trattasse di due criminali ed anche se il clima del periodo aveva abituato l’opinione pubblica alle raffiche di piombo quotidiane.