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11 luglio

Oggi, ma nel 1915, a Brindisi, prendeva l'avvio l'operazione italiana di sbarco sull'isola di Pelagosa, in Croazia, che era possedimento asburgico dal 1873 e che prevedeva il faro d'Austria dal 25 settembre 1875, con 90 marinai al comando del sottotenente di vascello Alberto da Zara. Alla spedizione prendevano parte: l’esploratore Marsala, che era anche la nave ammiraglia con a bordo il contrammiraglio Enrico Millo (nella foto), classe 1865, di Chiavari, in provincia di Genova, già ministro della Marina e futuro governatore della Dalmazia, che aveva il ruolo di comandante dell’operazione; il Quarto, in appoggio all’incrociatore ausiliario Città di Palermo, che trasportava il reparto da sbarco ed i materiali per l’installazione di una stazione radiotelegrafica;i cacciatorpediniere Animoso, Ardente, Ardito e Audace della prima squadriglia, destinati alla scorta del Quarto e al trasporto dei drappelli d’avanguardia incaricati di prendere terra e creare teste di sbarco sulle spiagge a sud dell'isola, ossia a Zadlo, e a nordovest, cioè a Stara Vlaka;il cacciatorpediniere Strale e le torpediniere d’altura Airone, Arpia, Astore, Cassiopea, Centauro, Clio, destinate al dragaggio preventivo delle acque antistanti la spiaggia di Zadlo; i cacciatorpediniere francesi Bisson, Bouclier, Commandant Riviére e Magon, con compito di scorta del Marsala e quello di compiere la ricognizione offensiva degli ancoraggi dell’isola di Lagosta, con taglio dei cavi telegrafici. L’appoggio a distanza veniva fornito dagli incrociatori corazzati Giuseppe Garibaldi e Varese. Il sommergibile Velella restava in agguato nelle acque di Pelagosa, il Nereide in quelle antistanti Punta Planka e quello francese Monge sorvegliava l’accesso a Cattaro. L’operazione riusciva e Pelagosa rimarrà italiana.

Il trattato di Parigi, che verrà firmato il 10 febbraio 1947, stabilirà, con l'articolo 11, comma 2, la cessione alla Jugoslavia della "piena sovranità sull'isola di Pelagosa e sugli isolotti adiacenti", aggiungendo che l'isola di Pelagosa sarebbe rimasta smilitarizzata. Situata nel mare Adriatico, tra le Tremiti e Lagosta, a 53 chilometri dal promontorio del Gargano, quell'11 luglio '15 venivano tratti come prigionieri sei fanalisti. L'azione si concludeva col rientro dei gruppi navali a Brindisi, col reparto da sbarco lasciato a presidio dell'isola - vi rimarrà fino al 18 agosto successivo - e il sommergibile Velella che restava in agguato nelle acque circostanti. All'alba del 5 agosto successivo avrà luogo l'affondamento del sommergibile Nereide, con la morte di 35 componenti dell'equipaggio, ormeggiato davanti a Pelagosa e comandato dal capitano di corvetta Carlo Del Greco, alla cui memoria verrà tributata la prima medaglia d'oro al valor militare della regia Marina durante la prima guerra mondiale.