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11 luglio

Oggi, ma nel 1998, a Bene Vagienna, nella frazione Podio, in provincia di Cuneo, nel bagno della cascina della comunità Sotto i ponti, dedita soprattutto all'assistenza di malati terminali di Aids, dove, dal 16 aprile precedente, era agli arresti domiciliari, s'impiccava alla doccia l'anarchica Maria Soledad Rosas, "Sole", argentina di Buenos Aires, classe 1974.

Il 5 marzo precedente, dopo l'irruzione nel centro sociale di Collegno, nell'obitorio dell'ex manicomio, era stata arrestata dalla Polizia (nella foto, particolare) insieme al suo compagno Edoardo Massari "Baleno" e a Silvano Pelissero. I tre libertari, da mesi attenzionati dalle forze dell'ordine, soprattutto dagli agenti della Digos e dai carabinieri del Ros, in un periodo particolarmente caldo proprio per l'avanzata in zona del fronte No Tav, caratterizzato da manifestazioni più o meno pacifiche, erano stati accusati dei reati di ecoterrorismo e di associazione sovversiva, secondo l'articolo 270 bis del Codice penale. Soprattutto per i sabotaggi e gli attentati avvenuti in Val di Susa quali dimostrazioni di protesta, in appoggio al fantomatico gruppo dei Lupi grigi, contro la realizzazione della Tav, la linea ferroviaria veloce Torino-Lione, tra il 1996 e il 1998.

L'immagine di lei ammanettata, scortata dai secondini, con gli indici alzati in segno di sfida davanti ai giornalisti, verrà ripresa da tutti i media, non solo nazionali, e diverrà un'icona del nuovo corso della lotta femminista post rivoluzionaria. Lei con i capelli rasati e il suo atteggiamento "contro" diverrà una sorta di eroina moderna che, in un'epoca contrassegnata dall'assenza di emozioni forti da vivere e di idee per le quali lottare. Sole aveva dimostrato l'importanza di battersi sempre anche per quelle che ai più apparivano futili utopie. Era in Italia dal 22 giugno 1997, era arrivata a Torino insieme all'amica Silvia Gramático, tramite la Federazione anarchica aveva trovato ospitalità nell'ex asilo dedicato a Carlo Felice conte di Robilant, occupato dagli squatters e divenuto El Paso, poiché situato in via Passo Buole del capoluogo piemontese, e poi rifugio nell'altro asilo occupato, in via Alessandria. Baleno, di Brosso, sempre nella cintura di Torino, del 1963, il 28 marzo di quel 1998 si era impiccato anche lui con un lenzuolo appeso al letto a castello nella cella del braccio B del carcere torinese delle Vallette.

La morte dell'amato Baleno aveva sconvolto Sole. A detta dei magistrati che si erano occupati del caso il ruolo anti Tav di Sole era stato marginale. Contro di lei pesavano soprattutto l'irruzione, verificatasi nella notte del 15 gennaio 1998, nel municipio di Caprie, sempre nel torinese, che era poi stato dato alle fiamme, e la partecipazione all'attentato del 14 febbraio di quell'anno, nel nuovo palazzo di giustizia di Torino. Nell'interrogatorio Sole aveva ribadito di essere del tutto estranea agli attentati contro la Tav in Val di Susa, particolarmente nella galleria Giaglione del tratto di autostrada del Frejus Torino-Bardonecchia. Il 24 settembre 1998 si ucciderà, soffocandosi con il gas di scarico della sua Renault 4, pure Enrico De Simone, di 32 anni, fondatore nel 1996, presidente e factotum di Sotto i ponti, ex eroinomane che era riuscito a disintossicarsi, e sieropositivo. E sulla sua fine peserà anche la morte di Sole.

Pelissero, di Susa, del 1961, verrà condannato definitivamente, il 20 novembre 2002, a 3 anni e 10 mesi di reclusione, rispetto all'appello che prevedeva la pena di 6 anni e 1 mese, per reati minori rispetto a quello di attività terroristica con finalità eversiva inizialmente addebitato a lui a Sole e a Baleno. La vicenda di Sole e Baleno verrà raccontata nel film, di produzione italo-argentina, Soledad, per la regia della debuttante Agustina Macri, con l'attrice Vera Spinetta nel ruolo proprio di Sole, che uscirà il 13 giugno 2018 e verrà contestualmente presentato, in anteprima, alla Festa del cinema di Roma.