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12 gennaio

Oggi, ma nel 1975, ad Ascoli Piceno, nello stadio Cino e Lillo Del Duca, durante l’incontro di calcio tra la formazione di casa ed il Bologna, il raccattapalle ascolano Domenico Citeroni, di 16 anni, toglieva dalla rete, difesa dal secondo portiere dell’Ascoli Pier Luigi Masoni, la palla messa a segno, all’84° minuto di gioco, da Giuseppe Savoldi, attaccante del Bologna. Il goal avrebbe dovuto attestare il risultato sul 4-1, ma non veniva convalidato dall’arbitro Enzo Barbaresco della sezione Aia di Cormons, in provincia di Gorizia, che non vedeva l’inganno.

La formazione ospite, di mister Bruno Pesaola, era andata in vantaggio, al 5°, con Fausto Landini. Quella bianconera, allenata da Carlo Mazzone, aveva pareggiato al 34°, con Flaviano Zandoni, ma poi si era arenata e aveva subito la prima marcatura di Savoldi, arrivata al 40°. L’intervento di Citeroni (nella foto, particolare), che col suo furbo gesto entrava a pieno titolo nella storia del pallone tricolore, era solo un comportamento di parte che non avrebbe comunque potuto più di tanto cambiare il risultato finale della gara della giornata numero 13 del campionato di serie A.

Se ci fosse stato il Var, il tecnologico sistema di video sorveglianza studiata in soccorso delle giacchette nere, che entrerà in uso nel 2016, la prodezza di Citeroni non sarebbe riuscita. Fino ad allora era accaduto che dei raccattapalle perdessero volutamente tempo nel riconsegnare la sfera per tentare di favorire minimamente la squadra del cuore, ma mai si erano spinti ad incidere così tanto sul tabellino.

Per quella rete negata Savoldi perderà il titolo di capocannoniere, che verrà conquistato da Paolino Pulici, in forza al Torino, con 17 marcature, proprio per l’intervento di Citeroni. Comunque, la domenica successiva, 19 gennaio, Savoldi e Citeroni si riconcilieranno, e tutto finirà con una risata. Avverrà nello studio televisivo della Domenica sportiva, trasmissione condotta da Paolo Frajese e trasmessa su Rai 1.