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13 luglio

Oggi, ma nel 1944, a Sarsina, in località Casette di Calbano, in provincia di Forlì, dopo essere caduto vittima di un’imboscata, veniva fucilato dalle SS italiane, ovvero la numero 29 delle Waffen-Grenadier-Division der SS, il carabiniere Fosco Montini (nella foto), detto "Foscolo", originario di Badia Tedalda, in quel di Arezzo, classe 1922, inquadrato nella brigata partigiana Giuseppe Garibaldi numero 8, formazione antifascista organizzata dal Partito comunista italiano. Il responsabile del colpo di grazia verrà identificato presumibilmente nel sergente Sax, soprannominato “il boia”, per i suoi metodi spietati, ma di fatto l’omicidio politico rimarrà senza un colpevole assicurato alla giustizia.

Montini, che verrà fatto inginocchiare prima di essere giustiziato, non si piegherà alle richieste delle camicie nere: verrà insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, il 4 agosto 1948. L’esponente dell’Arma, dopo l’8 settembre 1943, aveva scelto di non aderire alla Repubblica sociale italiana e si era, invece, indirizzato verso la lotta partigiana. Riconosciuto dal poliziotto Calogero Riggi, di Caltanissetta, del 1922, componente del IV battaglione di polizia italo-tedesco, che aveva avuto guai causati proprio dall'azione partigiana di Montini, era stato catturato, l’8 luglio precedente, insieme ad altri partigiani della stessa brigata, tra i quali figuravano Gori Goretto, Loreto Montini, Fortunato Vellati. Questi ultimi però erano stati rilasciati, in località Balze di Verghereto, sempre in quel di Forlì. Montini, invece, era stato torturato. Il 12 luglio precedente erano stati fatti fuori anche i fratelli Frè Luigi, del 1920, e Sildo Bimbi, del 1921, a Casteldelci, in quel di Rimini, in località Torricella di Senatello. Vittime che erano state tratte in prigionia nello stesso rastrellamento che era costato la libertà a Montini.

La morte dei fratelli Bimbi, sottotenenti dell'aviazione, aveva scosso il circondario poiché erano molto conosciuti per la loro attività partigiana. Riggi non verrà condannato per l’implicazione nel delitto Montini. Il 5 maggio 1996 verrà scoperta la lapide in rame commemorativa, nella stazione dei carabinieri di Sarsina, alla presenza, tra gli altri, del senatore democristiano del collegio elettorale Bologna-Forlì Lorenzo Cappelli.