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14 agosto

Oggi, ma nel 1893, a Parigi, l'amministrazione comunale emanava l'ordinanza di polizia che rendeva obbligatoria, per tutte le vetture pubbliche, l'utilizzo di una targa di riconoscimento. Era una placca in metallo, con numeri bianchi su sfondo nero. Rappresentava il primo contrassegno al mondo nel suo genere. Quell'innovazione produrrà effetti a catena a livello internazionale. In Italia, il regio decreto 16 dicembre 1897, numero 540, stabilirà l'obbligo per i velocipedi, antenati delle biciclette, di avere una targa comunale.

Da quella disposizione, nel 1898, l'amministrazione municipale milanese promulgherà il Regolamento per la circolazione delle vetture automobili, il cui articolo 17 imporrà l'apposizione di una targa, sulla fiancata sinistra del mezzo, riportante il nome del proprietario e il numero di licenza comunale. Sarà di fatto l'arrivo delle targhe per auto anche nel Belpaese. Con il regio decreto 28 agosto 1901, numero 416, verrà promulgato il primo “Regolamento per la circolazione delle vetture automobili sulle strade ordinarie”, che all'articolo 91 disporrà l'obbligatorietà di dotare tutte le vetture circolanti di una targa fissa, su concessione della prefettura.

La targa in questione, che dovrà essere realizzata a cura e a spese del proprietario, dovrà essere in metallo e dovrà riportare, per esteso e in caratteri ben visibili, il nome della provincia e il numero di licenza rilasciata dal prefetto (nella foto, particolare, il triciclo Bernardi, col suo ideatore, Enrico Bernardi, nel 1894, con targa). Il contrassegno 42-2, ad indicare il numero progressivo di registrazione in prefettura, col 42, e Padova, col 2, la Provincia stando all’elenco delle 69 Province esistenti fino alla grande guerra, realizzato dall'ingegnere veronese, ma padovano d'adozione, Bernardi, classe 1841, sulla sua creatura che verrà esposta nel Museo di macchine, a lui intitolato, dell'università di Padova. Bernardi era stato, nel 1884, il primo al mondo a costruire un mezzo semovente azionato da motore a scoppio, presentato all'esposizione universale di Torino di quell'anno.

L’analogo mezzo, universalmente più conosciuto, frutto dell’ingegno del tedesco Karl Benz, era, infatti, dell’anno successivo, il 1885, il cui brevetto era stato depositato, a Berlino, il 29 gennaio 1886. Quello della targa rimaneva tuttavia un fenomeno marginale in Italia, poiché le automobili circolanti erano 111 nel 1899, 326 nel 1900, 937 nel 1901. Le targhe più curiose di quegli anni erano quelle dei proprietari di auto iscritti al Touring club italiano, che forniva ai soci contrassegni arricchiti dallo stemma dell'associazione, perché il sodalizio, fondato nel capoluogo lombardo nel 1894, riteneva la macchina un mezzo deputato soprattutto ai viaggi di turismo più che utile per sbrigare faccende di lavoro o incombenze della quotidianità. Per arrivare alle più conosciute targhe alfanumeriche, con le due lettere della Provincia anteposte alle cifre di registro, bisognerà attendere le disposizioni mussoliniane del 28 febbraio 1927.