TODAY

14 dicembre

Oggi, ma nel 1944, a Bologna, in località Monte di Paderno, a 9 chilometri dal centro cittadino, si verificava la prima delle due rappresaglie nazifasciste organizzate contro partigiani locali, nel contesto della Repubblica sociale italiana, nella seconda guerra mondiale.

Il 5 dicembre precedente i nazisti e i fascisti bolognesi, su indicazione di spie del posto, avevano operato due rastrellamenti, ad Anzola dell'Emilia e ad Amola del Piano, frazione di San Giovanni in Persiceto, sempre in quel di Bologna, dove avevano le loro basi un distaccamento della 7° brigata Gap "Gianni" e uno della 63° brigata Gap "Bolero". Complessivamente erano state catturate 200 persone, poi deportate nel carcere di San Giovanni in Monte. Il 14 dicembre, i partigiani la cui identità era stata appurata e così le loro azioni ai danni delle camicie nere, venivano spostati a Sabbiuno di Paderno e uccisi in massa.

Dopo la fucilazione i corpi venivano lasciati rotolare lungo i fianchi della collina, nel calanco, verso il Reno. Il 23 dicembre successivo verrà attuata la seconda parte dell'eccidio. Il numero esatto dei morti, che presumibilmente risulterà di 100, non verrà mai appurato, anche perché l'omicidio di massa verrà scoperto in ritardo e non sarà possibile riconoscere tutti i cadaveri.

A Sabbiuno di Paderno venivano sicuramente fatti fuori 58 partigiani. Ovvero: Albano Alberghini, Roberto Alberghini, Gino Alberti, Augusto Baiesi, Felice Bagnoli, Goffredo Bandiera, Efrem Benati, Ernesto Bisi, Ivo Bonasoni, Nino Bonfiglioli, Valerio Bongiovanni, Francesco Bova Conti, Luigi Brenti, Emilio Bussolari, Sergio Casarini, Dino Cevenini, Albano Cocchi, Bruno Corazza, Gherardo Cotti, Mario Cotti, Aroldo Cristofori, Gaetano Dall'Olio, Dante Drusiani, Adolfo Fantini, Mario Ferrari, Renato Ferrari, Vincenzo Florini, Guido Forni, Ermes Fossi, Giancarlo Gabrielli, Umberto Galletti, Giovanni Gandolfi, Danilo Gazzani, Renato Gelati, Leo Kocker, Adolfo Magli, Alcide Manfredi, Olver Manfredi, Armando Martinelli, Giuseppe Martinelli, Rando Muratori, Dario Nadalini, Augusto Nanni, Tiziano Pedrini, Adelmo Piazzi, Emilio Rimondi, Dante Serra, Luciano Serra, Cesare Stoppazzini, Anselmo Strazzari, Vincenzo Toffano (nome di battaglia Terremoto, originario di Gavello di Rovigo, del 1925, nella foto, a sinistra, insieme a Drusiani, detto Tempesta, nativo della frazione Porretta Terme di Alto Reno Terme, in quel di Bologna, anche lui del 1925, entrambi insigniti della medaglia d'oro al valor militare alla memoria), Aldo Toselli, Dino Toselli, Pierino Turrini, Ettore Vanti, Elio Zambelli, Aldo Zanetti, Umberto Zucchini.

Sul luogo del massacro, il 2 giugno 1973, verrà inaugurato il monumento alla memoria dei caduti, realizzato su progetto degli architetti Letizia Gelli Mazzucato, Umberto Maccaferri e Gian Paolo Mazzucato. Rimarrà uno dei luoghi più importanti di tributo popolare all'onore della resistenza bolognese.