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14 marzo

14 Marzo 2025

Oggi, ma nel 1943, a 330 miglia marittime a sud est di Capo Palmas, estrema punta meridionale dell’Africa occidentale, facente parte della città di Harper, in Liberia, il sommergibile “Leonardo da Vinci” della regia Marina militare italiana, durante il secondo conflitto mondiale combattuto via mare, silurava e affondava il transatlantico “Empress of Canada”, con il capitano George Goold al timone, da 21.517 tonnellate di stazza lorda, e sarà il maggior successo navale in termini di stazza messo a segno in tempo di guerra per il Belpaese. La malcapitata nave (nella foto, particolare, ormeggiata a Vancouver, a giugno 1936), che da Durban, in Sud Africa, era diretta a Takoradi, nel Ghana per poi rientrare in Inghilterra, era divenuta operativa il 5 maggio 1922, attraversava la rotta del Pacifico, dal Canada verso l’Asia, dal 1939 ed era in servizio per l’ammiragliato britannico dopo aver fatto parte della flotta della compagnia Canadian Pacific Steamships, fondata, a Vancouver, da William Cornelius Van Horne nel 1885. 

Le vittime erano 395 delle quali 149 erano prigionieri italiani - per la precisione a bordo ve ne erano 500 su 1892 persone complessivamente trasportate delle quali mille erano soldati inglesi - L’episodio destava enorme scalpore nell’opinione pubblica perché di fatto era uno episodio di fuoco amico, Il “da Vinci”, appartenente alla classe Marconi, entrato in funzione il 5 maggio 1940, verrà fatto colare a picco, il 23 maggio di quel 1943, a 300 miglia di distanza da Vigo, in Spagna, dal cacciatorpediniere “Active” e dalla fregata “Ness”, entrambi della Royal Navy. Col “da Vinci”, che aveva all’attivo solo 12 missioni, si inabisseranno il comandante, capitano di corvetta Gianfranco Gazzana Priaroggia, milanese del 1912, che verrà insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria, altri 7 ufficiali e 54 fra sottufficiali e marinai.