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15 luglio

15 Luglio 2025

Oggi, ma nel 1834, a Madrid, per decreto reale della palermitana Maria Cristina di Borbone principessa delle Due Sicilie, reggente della regina Isabella II di Spagna, che aveva solo quattro anni, cessava d’esistere definitivamente l’Inquisizione spagnola imposta l’1 novembre 1478 dai sovrani Isabella di Castiglia, ultra cattolica, e Ferdinando d’Aragona, fanatico del controllo sui sudditi, e con la bolla pontificia “Exigit sinceras devotionis affectus” di Sisto IV, quello dello scontro di Otranto contro i turchi del 14 agosto1480, sostanzialmente per convertire al cristianesimo, tra un supplizio e l’altro, sia musulmani che ebrei e per rafforzare la “Limpieza de sangre”.

Secondo la statistica ritenuta tra le più accreditate, quella di Juan Antonio Llorente, segretario generale dell’Inquisizione tra il 1789 e il 1801, sarebbero state 31.195 le esecuzioni capitali dei presunti infedeli annotate tra il 1480 e il 1808. Anche se, secondo quanto sostenuto da Agostino Borromeo, docente di Storia moderna dell’università capitolina La Sapienza nonché promotore del Simposio internazionale sull’Inquisizione tenuto in Vaticano dal 28 al 31 ottobre 1994, in concomitanza con l’apertura agli studiosi dell’archivio della Congregazione per la dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio, i processi sarebbero stati 125mila, ma le cerimonie di messa a morte ottemperate appena 2mila.

Comunque, numeri a parte, anche a distanza di secoli generavano ancora terrore e raccapriccio (nella foto, particolare, Scena di torture inquisitoriali, del genovese Alessandro Magnasco detto “Il Lissandrino”, del 1710, nell’opera custodita nel Kunsthistorisches museum, Museo di storia dell’arte, di Vienna), controverse figure come quella dell’inquisitore capo Tomas de Torquemada da Valladolid, priore del convento domenicano della Santa Cruz di Segovia, che era stato nominato il 2 agosto 1483 al vertice della micidiale macchina inquisitoria per la Castiglia, l’Aragona, il Leon, la Catalogna e il distretto di Valencia prima di estendere di fatto il suo potere a tutta la penisola iberica più le colonie e i territori d’oltremare di pertinenza, inclusa parte dell’Italia.

L’Inquisizione e i lugubri esponenti dei vari apparati venivano scelti dalla casata regnante, ma avevano stretto rapporto coi successori di San Pietro. E quindi ecco la sorta di corresponsabilità della Chiesa delle atrocità messe a segno verosimilmente in nome di Cristo. Anche l’elevazione di Torquemada, benché decisa a palazzo reale, era stata controfirmata a Roma da Papa Innocenzo VIII, quello che il 24 aprile 1487 aveva indetto la crociata conto i valdesi tra Delfinato e Ducato di Savoia e che il 5 agosto di quello stesso anno aveva condannato come eretico il filosofo modenese Giovanni Pico della Mirandola. Comunque, il primo tentativo di abolizione risaliva al governo di Giuseppe Bonaparte, tra il 6 giugno 1808 e l’11 dicembre 1813, ma poi l’Inquisizione era stata ripristinata l’1 luglio 1814.