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15 novembre

Oggi, ma nel 1884, a Berlino, si apriva la conferenza dell’Africa occidentale, detta anche “del Congo”, voluta dal “cancelliere di ferro”, il tedesco Otto von Bismark, col supporto francese e la partecipazione, in extremis anche della rappresentanza italiana, che era guidata dal ministro degli Esteri Pasquale Stanislao Mancini, 8° marchese di Fusignano, esponente del sesto governo presieduto da Agostino Depretis, della Sinistra storica.

Il summit, al quale prendevano parte le principali potenze del tempo, ovvero la Gran Bretagna, le già menzionate Francia e Germania, il Portogallo, i Paesi Bassi, il Belgio, la Spagna e gli Stati uniti d’America, terminerà il 26 febbraio 1885. L’incontro, di fatto, istituzionalizzava la spartizione del Continente nero tra le nazioni europee, che era stata avviata dalle avide manovre espansionistiche di re Leopoldo II del Belgio e dall’accordo pro Francia stipulato dall’esploratore italiano Pietro Savorgan di Brazzà, il futuro primo commissario dell’Africa occidentale francese, dal 27 aprile 1886. Un singolare personaggio che aveva agito, nella sua seconda spedizione al servizio del presidente del consiglio dei ministri della Terza repubblica transalpina Jules Ferry.

Poi alla conferenza berlinese sedevano anche le entità chiamate solo come osservatrici: l’Austria-Ungheria, la Svezia-Norvegia, la Danimarca, la Russia, l’Impero ottomano e il già menzionato Belpaese. Come inviato a stelle e strisce vi era il controverso giornalista ed esploratore gallese Henry Morton Stanley -quello della ricerca-caccia al dottor David Livingstone- che però di fatto era un agente di re Leopoldo II, che era interessato all’estensione del libero commercio e della navigabilità sui fiumi Congo e Niger.

Nella conferenza verranno ribaditi il divieto di tratta degli schiavi e la possibilità di libera circolazione per finalità umanitarie. Che poi saranno puntualmente disattese. Ma anche la necessità di una sorta di ufficializzazione dell’appropriazione di tratti di costa africana da parte delle nazioni. Oltre alle trattative ufficiali ve ne saranno di ufficiose e tra queste anche quella che condurrà alla nascita dello Stato libero del Congo. Quest’ultimo, a dispetto del nome, tutto sarà fuorché libero, poiché costituirà il regno privato del sovrano Sassonia-Coburgo-Gotha, quello delle mani e dei piedi mozzati ai cavatori della gomma con le catene al collo (nella foto, particolare, una impietosa caricatura di fine ‘800 con re Leopoldo II intento personalmente a tagliare arti ai giovani congolesi in ferri sul ceppo ricavato da un albero della gomma), che sorgerà il 30 aprile 1885 con capitale Boma. Verrà sancita anche la fase d’avvio che porterà alla costituzione dell’Africa orientale tedesca. Sicuramente la conferenza germanica darà il via alla feroce spartizione, lo “scramble for Africa”, nella totale mancanza di rispetto dei costumi e della tradizione locale.