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17 agosto

17 Agosto 2025

Oggi, ma nel 1831, a Napoli, il sovrano borbonico Ferdinando II stilava l’atto ufficiale di rivendicazione, come appartenente al territorio del regno delle Due Sicilie, dell’isola Ferdinandea, così denominata in suo onore, posta nel canale di Sicilia, a 30 chilometri di distanza dalla spiaggia di Sciacca, in provincia di Agrigento, e a 55 dalla cista dell’isola di Pantelleria, in quel di Trapani, in posizione segnata dalle coordinate 37° 10′ N 12° 43′ E, già dichiarata possedimento nazionale dall’Inghilterra, col nome di Graham, e, in seconda battuta, proprietà della Francia, appellata Iulia.

Iniziava così la contesa il lembo di terra, caratterizzato da 4 chilometri di circonferenza per 65 metri d’altezza, emerso dal mare Mediterraneo il 12 luglio precedente, per azione esplosiva del vulcano sottomarino Empedocle e di violente scosse sismiche correlate, ambito nello scacchiere internazionale: sia come punto strategico d’approdo per i traffici navali mercantili sia come snodo militare per le manovre nautiche. L’esistenza del nuovo isolotto sarà effimera poiché scomparirà l’8 dicembre 1832, a causa della dissoluzione di buona parte della roccia di tefrite, di natura eruttiva, particolarmente sensibile all’azione erosiva provocata dalle onde.

L’inabissamento posizionerà la Ferdinandea a 6,9 metri sotto la superficie marina. L’isola Ferdinandea (nella foto, particolare, nel dipinto al guazzo di tempera su carta, coevo, realizzato dal partenopeo Camillo De Vito, di 70 x 51 centimetri, nello scatto del catalogo della mostra, allestita nel Museo Pignatelli, “C’era una volta Napoli. Itinerari meravigliosi nelle gouache del Settecento e dell’Ottocento”, dal 20 dicembre 1985 al 28 febbraio 1986) veniva studiata nei dettagli, per conto del futuro “Re bomba”, asceso al trono duosiciliano l'8 novembre 1830, dal professor Carlo Gemmellaro.

Il docente di Storia naturale dell’università di Catania lascerà agli studiosi il suo testo “Relazione dei fenomeni del nuovo vulcano sorto dal mare fra la costa di Sicilia e l'isola di Pantelleria nel mese di luglio 1831”, pubblicato proprio in quel 1831 dall’ateneo catanese. Della controversa vicenda politica dell'isola se ne occuperà anche lo scrittore Gesualdo Bufalino da Comiso, vincitore del Premio Campiello ’81 e conquistatore dello Strega nell’88, nel decimo capitolo del libro “Argo il Cieco ovvero I sogni della memoria”, che sarà pubblicato dalla casa editrice palermitana di Elvira Sellerio nel 1984.