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17 novembre

Oggi, ma nel 1989, a Roma, moriva il trombettista Michele Lacerenza (nella foto, particolare, con l’inseparabile strumento), magistrale interprete degli assoli che avevano reso celebre la colonna sonora, composta da Ennio Morricone, del film Per un pugno di dollari, del 1964. Caposaldo del genere cinematografico spaghetti western, diretto dal regista Sergio Leone, con Clint Eastwood come interprete principale e la partecipazione dell’attore Gian Maria Volontè. Lacerenza, originario di Trinitapoli, già in provincia di Foggia, classe 1922, aveva strappato il prestigioso ruolo ad un virtuoso della tromba, Celeste Raffaele “Ninì” Rosso, preferito da Leone che non voleva correre rischi.

Al provino che Morricone, suo mentore, era riuscito ad ottenere al cospetto di Leone Lacerenza aveva suonato con tutta l’energia possibile e aveva concluso l’esibizione con le lacrime agli occhi, mettendoci l'anima, stando al racconto dello stesso Morricone, tanto era forte il desiderio di essere scelto. Poi i suoi squilli di tromba erano diventati l’icona della resa dei conti tra pistole fumanti su quel capolavoro del grande schermo apprezzato a livello internazionale. Lacerenza aveva esordito nel 1963.

Figlio d'arte, gli inizi erano stati, orgogliosamente, nella banda del paese. Poi era stato insegnante di tromba nel conservatorio foggiano Umberto Giordano, dal 1966, quindi docente, sempre di tromba, al conservatorio capitolino di Santa Cecilia, dove si era formato negli anni giovanili. Nella Città eterna era stato anche prima tromba solista nell’orchestra sinfonica di Roma della Rai, fondata nel 1936, prima della grande riunificazione delle quattro orchestre Rai del 1993.

Proprio suonando per la televisione di Stato, anche con calibri come Enrico Simonetti, aveva conosciuto Morricone. Con quest’ultimo aveva lavorato pure in pellicole di culto come: Una pistola per Ringo, del 1965; Per qualche dollaro in più, dello stesso anno; Il buono, il brutto, il cattivo, del 1966. Era poi stato autore delle colonne sonore per i lungometraggi: 1000 dollari sul nero, per la regia di Alberto Cardone, del 1966; L'ira di Dio, sempre di Cardone, del 1968; Il lungo giorno del massacro, ancora di Cardone, parimenti del 1968; Quel maledetto ponte sull'Elba, di Leon Klimovsky, del 1969. La ricca quanto dimenticata vicenda umana e professionale di Lacerenza verrà raccontata con cura nel documentario intitolato, non a caso, “A perdifiato”, dello sceneggiatore astigiano Giuseppe Sansonna, che verrà prodotto dai figli di Lacerenza, Teresa, Giacomo e Michele, per Cortolab, nel 2007.