19 agosto

Oggi, ma nel 1936, Viznar di Granada, in Andalusia, il plotone delle forze nazionaliste, il “Bando sublevado”, che si erano alzate il mese precedente contro la seconda repubblica spagnola, guidato dal generale Gonzalo Queipo de Llano fucilava il poeta e drammaturgo iberico Federico Garcia Lorca, di 38 anni, che parteggiava apertamente per i repubblicani nel drammatico contesto della guerra civile spagnola. Il corpo senza vita veniva gettato nella fossa comune da sei posti vicino il cammino per Alfagar, in prossimità del burrone del Fuente grande. I resti mortali non verranno mai recuperati nonostante i tentativi tra i quali quello del 29 ottobre 2009 con l’ausilio del georadar.
Le ricerche verranno interrotte ufficialmente il 19 settembre 2012 per decisione del tribunale di Granada. L’esecuzione, che inizialmente veniva fatta passare dalla vulgata popolare come avvenuta per scambio di persona, quindi sostanzialmente per un errore politico, destava enorme malcontento soprattutto sul fronte degli intellettuali a livello nazionale. In realtà, secondo il documento stilato dagli agenti della Polizia il 29 luglio precedente alla scarica di piombo, che verrà ufficializzato il 23 aprile 2015, Lorca (nella foto, particolare) veniva passato per le armi per tre precisi motivi. Perché pubblicamente di credo socialista, in quanto massone attivo ed aderente alla loggia Alhambra, e per via del suo essere omosessuale convinto nel portare avanti tali pratiche "invertite".
Le opere teatrali di Lorca, che avevano caratterizzato lunga parte del suo percorso culturale verranno quasi tutte adattate nella lingua di Dante Alighieri e messe in scena nel Belpaese. In senso assoluto, la statua di Julio Lopez Hernandez, posta in Plaza de Santa Ana a Madrid nel 1986, sarà quella che maggiormente onorerà la memoria del malcapitato autore ritenuto dagli addetti ai lavori emblema della “Generazione del 27”. Ossia quel movimento artistico che aveva introdotto, proprio a partire dal 1927, le avanguardie come futurismo, cubismo, surrealismo.
La versione più conosciuta della selezione di poesie di Lorca che arriverà in Italia sarà curata, sia nella traduzione che nell’introduzione, da Carlo Bo, rettore dell’università di Urbino e professore di Letteratura ispanica e transalpina nella facoltà di Magistero dello stesso ateneo marchigiano, e pubblicata nel 1952, dalla casa editrice Guanda di Parma.