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18 dicembre

Oggi, ma nel 1920, a Roma, nei locali del Palazzo camerale, meglio noto come “Ferro di cavallo”, in via di Ripetta, veniva inaugurata la Scuola superiore di Architettura, fondata con regio decreto numero 2593 del 31 ottobre 1919.

Era il primo istituto superiore in Italia riservato esclusivamente alla formazione degli architetti. All’iniziativa seguiranno le scuole di Venezia, nel 1926, di Torino, nel 1929, di Firenze e di Napoli, nel 1930. Con la legge numero 812, del 16 giugno 1932, tutte le scuole superiori di Architettura presenti nel Belpaese saranno elevate al rango di istituti universitari. E, nel 1933, nascerà anche la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Erano ammessi ai corsi della Scuola superiore di Architettura di Roma gli studenti in possesso della licenza liceale o del diploma dell’istituto tecnico, sezione fisico-matematica, previo superamento dell’esame vertente sul disegno geometrico, su quello a mano libera e sulle elementari forme ornamentali e architettoniche. Dalle prove di ammissione erano, invece, dispensati i possessori della licenza del corso comune dell’istituto di Belle arti.

Le materie obbligatorie da seguire, suddivise fra i cinque anni di corso, erano: matematica, meccanica razionale, topografia, chimica generale, fisica sperimentale, idraulica applicata alle costruzioni, scienza delle costruzioni, igiene delle costruzioni, prospettiva, storia dell’architettura, stili architettonici e loro applicazioni, rilievo e restauro dei monumenti, composizione architettonica, edilizia cittadina. Il decreto 2593 stabiliva anche che, a partire dall’anno accademico 1920-1921, venisse abolito il corso per architetto civile, presente nella Scuola di applicazione per ingegneri della Capitale, e soppresso il corso superiore di architettura dell’Istituto di Belle arti. Alla cerimonia d’inaugurazione erano presenti il direttore e il sottosegretario alle Antichità e belle arti, rispettivamente Arduino Colasanti e Giovanni Rosadi, quest’ultimo componente del V governo presieduto dal liberale Giovanni Giolitti. Poi il presidente dell’istituto di Belle arti dell’Urbe Ettore Ferrari, che nel 1925 sarà autore della statua di Ovidio a Sulmona, il direttore della Scuola di applicazione per gli ingegneri Cesare Ceradini, il sindaco Luigi Rava, esponente della sinistra liberale.

Il discorso inaugurale era affidato al direttore della Scuola superiore di architettura Manfredo Manfredi (nella foto, particolare), architetto di fama, vero personaggio chiave della nuova istituzione destinata a rivoluzionare la figura dell'architetto nel panorama professionale italiano distinguendolo sempre più da quella dell'ingegnere dedito alla progettazione di edifici. Gustavo Giovannoni, architetto ed ingegnere, grande esperto di storia dell’architettura, tra i primi promotori della nascita della facoltà universitaria di Architettura di Roma, quella della Sapienza, pronunciava l’intervento che verrà considerato introduttivo ai corsi veri e propri, che inizieranno nel gennaio successivo.