18 febbraio

Oggi, ma nel 1743, a Firenze, a Palazzo Pitti, si spegneva, a 75 anni, “per oppressione al petto”, con buona probabilità per neoplasia mammaria e non per sifilide come per anni verrà ipotizzato, Anna Maria Luisa de’ Medici, fiorentina, principessa elettrice del Palatinato dal 5 giugno 1691 all’8 giugno 1716, ultima discendente del ramo principale mediceo.
Era la secondogenita di Cosimo III, anche lui della città gigliata, penultimo granduca di Toscana dal 23 maggio 1670 al 31 ottobre 1723, data della dipartita terrena prima di cedere il ruolo all’ultimogenito Gian Gastone, che a sua volta era scomparso il 9 luglio 1737, sempre a Firenze, nonché vedova di Giovanni Guglielmo II di Wittelsbach-Neuburg, uscito di scena l’8 giugno 1716 a Dusseldorf. Il padre non era riuscito a far riconoscere alle casate regnanti europee la figlia quale erede universale designata della dinastia, in assenza di un maschio, essendo deceduti sia il primogenito Ferdinando, a Firenze, il 31 ottobre 1713, che il già menzionato Gian Gastone. Nel dettaglio l’opposizione più feroce era stata quella di Carlo VI d’Asburgo, sovrano feudale della Toscana, che aveva rigettato la modifica della legge di successione arrogandosi l’esclusività della prerogativa.
E Anna Maria Luisa (nella foto, particolare, il suo teschio ornato della corona di ferro da elettrice palatina, nello scatto di Wilfried Rosendahl, a corredo dell’articolo “The last Medici may not died of syphilis after all”, di Alison Abbott, pubblicato su “Nature” del 14 febbraio 2013), che aveva contratto matrimonio, il 29 aprile 1691, per procura, con il già citato “Jan Wellem”, in seconde nozze, non aveva figli e neppure nipoti frutto degli sponsali dei due fratelli. Prima del trapasso di Anna Maria Luisa -che sarà tumulata nella basilica di San Lorenzo martire, tra i principali luoghi di culto fiorentino il cui restauro iniziato nel 1604 verrà ultimato grazie al suo cospicuo lascito- dal 9 luglio 1737 il titolo di granduca di Toscana era spettato a Francesco I di Lorena.+’
Quest'ultimo, francese di Nancy, lo manterrà fino al 18 agosto 1765, che sarà il suo ultimo giorno di vita, ma dal 13 settembre 1745 assommerà anche la qualifica di imperatore eletto dei romani. Dal ritorno a Firenze da Dusseldorf, nell'ottobre 1717, Anna Maria Luisa, che aveva rifiutato l’interim offertole dal principe di Craon, François Vincent Marc de Beauvau, presidente del Consiglio di reggenza del granducato di Toscana, era stata confinata in un’ala di Palazzo Pitti. In quel contesto aveva ricevuto notabili, artisti toccati dalla sua munificenza e più in generale ospiti a vario titolo nella sala delle udienze, sotto il singolare baldacchino d’argento bardato di nero, in segno di lutto per l'inesorabile fine della sua linea di sangue.