Soldato spedisce una moglie-schiava (vignetta satirica del pittore Enrico De Seta, settimanale Il Balilla)

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19 aprile

Oggi, ma nel 1937, a Roma, veniva emanato il regio decreto legge 19 aprile 1937 numero 880 "Sanzioni per i rapporti d'indole coniugale fra cittadini e sudditi". Che verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del regno, numero 145, del 24 giugno successivo. Il provvedimento del 19 aprile, convertito, con modificazione, dalla legge 30 dicembre 1937, numero 2590, era riferito in particolar modo a tutti gli italiani che vivevano nelle colonie italiane in Africa, Somalia, Eritrea, Etiopia e Libia.

Di fatto era la prima legge di tutela della razza del Belpaese. Precedente alle più note leggi razziali che arriveranno nel 1938. Con tale decreto del 1937 l'Italia vietava il matrimonio misto e la pratica del madamato, ovvero il concubinaggio con donne africane (nella foto, una famigerata vignetta satirica coeva, con un soldato che spediva come ricordo d'Africa una moglie-schiava di colore, disegnata dal pittore Enrico De Seta, illustratore del settimanale a fumetti per ragazzi Il Balilla, pubblicata da Edizioni d'arte Boeri, che ricalcava il pensiero dominante dopo il successo della campagna d'Etiopia, durata dal 3 ottobre 1935 al 5 maggio 1936) fino a quel momento non solo consentito, ma largamente diffuso quando non addirittura incoraggiato dalle alte sfere militari per far fronte alle necessità fisiologiche dei soldati.

Con il nuovo corso, nei confronti dei matrimoni misti e dei figli nati da queste relazioni, il regime fascista si focalizzava sull'assoluta necessità di una politica demografica, che salvaguardasse la razza bianca, e il problema della denatalità, che per il capo del governo Benito Mussolini rappresentava una delle principali piaghe italiche. Gli italiani che si macchiavano della colpa, ritenuta piuttosto grave, di concubinaggio con una africana o, peggio ancora, di matrimonio rischiavano da 1 a 5 anni di reclusione. Perché commettevano il delitto biologico di inquinare la razza italica e il delitto morale di elevare la donna indigena al proprio livello, perdendo così il prestigio che derivava dall'appartenenza alla cosiddetta razza superiore.

Poiché i risultati concreti saranno piuttosto scarsi rispetto alle aspettative, il governo fascista diffonderà case di tolleranza nelle colonie, inizialmente animate da prostitute italiane, ma successivamente da mestieranti marsigliesi, per una ulteriore forma di tutela verso il gentil sesso italiano.

Tra i vari casi che passeranno alla storia, quello più tristemente noto e controverso di madamato risulterà mediaticamente la presunta unione del giornalista Indro Montanelli, di 27 anni, ufficiale volontario ad Asmara, in Eritrea, che aveva contratto matrimonio more uxorio con l'eritrea Destà, di 12 anni, letteralmente comperata dal padre secondo l'usanza degli ascari.