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19 aprile

19 Aprile 2025

Oggi, ma nel 1945, a Cassina Rizzardi, in provincia di Como, si consumava l’ultimo assalto dal cielo del sottotenente Aurelio Morandi, dell’Aeronautica nazionale repubblicana, che era stata costituita il 27 ottobre 1943, combattendo col suo Bf.109 del primo gruppo caccia “Asso di bastoni”, guidato dal maggiore Adriano Visconti, contro un B-24 H Liberator statunitense dell'859° Bomb squadron, 2641° Provisional group della 15ª Air force, con base a Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno. Morandi (nella foto, particolare, in divisa, il primo da sinistra verso destra, insieme al già menzionato Visconti, coi baffi, e a Roberto Di Lollo). Morandi era il penultimo dei 210 piloti dell’aviazione di Salò a perire durante la fase terminale del secondo conflitto mondiale. Sarà insignito della medaglia d’argento al valor militare alla memoria da parte della Rsi. Ad abbatterlo era il capitano “Tod” Sutton, che veniva catturato contestualmente, dopo essere precipitato nel bosco di Mozzate, sempre nel comasco, e che vorrà presenziare alla cerimonia funebre in ricordo del valoroso antagonista che sarà officiata il 22 aprile successivo. Nella vicenda non mancherà l’ipotesi, che non sarà suffragata da riscontri certi, secondo la quale ad abbattere l’asso del cielo della Repubblica mussoliniana sarebbe stata la contraerea svizzera e non un aereo a stelle e strisce.

Certamente rimarrà una pagina controversa della fase di belligeranza -anche perché era ormai cosa nota la fine delle ostilità con la resa da parte dei tedeschi e dei repubblichini- che vedeva contrapposti italiani fascisti insieme ai nazisti germanici contro altri italiani, partigiani perlopiù in azione sotto l’egida del Comitato di liberazione nazionale sia come “rossi” socialisti, ma soprattutto comunisti che come “bianchi” cattolici e popolari in transito nella Democrazia cristiana, spalleggiati dagli anglo-americani, in quella che lo storico Claudio Pavone definirà “guerra civile”. Morandi, originario di Orzinuovi, in quel di Brescia, aveva 24 anni. L’ultimo dei caduti dal cielo era, verosimilmente, il sergente Renato Patton, del 2° gruppo caccia “Gigi tre Osei”, al comando del maggiore Aldo Alessandrini, che cadeva nello stesso giorno sempre lottando contro un aereo americano che era in missione di rifornimento per portare viveri e munizioni ai resistenti impegnati in azioni anti SS della Val d’Ossola e della Valtellina.