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2 DICEMBRE

Oggi, ma nel 1994, a Montecarlo, nel Principato di Monaco, i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale arrestavano il latitante Maurizio Broccoletti, detto “il cartaro”, ex tesoriere del Sisde, il servizio per le informazioni e la sicurezza democratica, fondato il 24 ottobre 1977, che cesserà a sua attività l’1 agosto 2007, quando verrà sostituito dall’Agenzia informazioni e sicurezza interna.

Aveva dietro 40 milioni di lire, un documento falso e un parrucchino in testa. Era fuggito il mese precedente da Roma. Le manette ai polsi dell’ex direttore amministrativo (nella foto, particolare) e già capo del reparto logistico del servizio segreto dipendente dal ministero dell’Interno, che operava in contrapposizione col Sismi, il servizio militare, scattavano per la seconda volta sempre per il coinvolgimento nello scandalo sullo storno dei fondi neri. Che era stato ravvisato dai magistrati romani con una prima tranche, da 14 miliardi di lire, prelevata dalla banca Carimonte, dai depositi riservati della struttura con sede in via Giovanni Lanza 194, nella Città eterna.

Il 5 gennaio 1995 Broccoletti verrà riportato nel carcere capitolino di Regina Coeli. Era stato preso la prima volta e poi rinchiuso nel penitenziario militare di Forte Boccea, accusato di peculato per appropriazione, risalente al periodo 1985-1992, il 26 giugno 1993, a 50 anni, a San Giovanni Reatino, per essersi presumibilmente intascato un miliardo di lire. Al tempo del primo arresto ricopriva l’incarico di viceprefetto distaccato alla Scuola di pubblica amministrazione dell’Urbe, sempre dipendente dal Viminale. Era anche stato al vertice di società private che fungevano strategicamente da copertura per le azioni non proprio limpide del Sisde. Il suo era il caso più emblematico, ma oltre a lui venivano coinvolti anche altri personaggi chiave del Sisde.

L’attenzione mediatica per il caso delle spie con le mani lunghe e il successivo processo, che inizierà il 26 aprile 1994, a Roma, porterà alla ribalta nomi e cognomi di personaggi altisonanti in quel contesto repubblicano: il capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro, l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino, il presidente del consiglio Giuliano Amato, il direttore degli 007 Riccardo Malpica, poi commissario prefettizio del Comune di Torino. Il 20 dicembre 1994 Broccoletti, nato a Rieti, classe 1943, verrà condannato a 9 anni di reclusione, pena che poi verrà ridotta a 7 anni e 8 mesi.