20 agosto

Oggi, ma nel 1993, a Barberino Val d’Elsa frazione di Barberino Tavarnelle, in provincia di Firenze, nella scarpata accanto alla strada di Poneta, venivano ritrovati, nella Fiat Panda targata FI F08335 capovolta, i corpi carbonizzati di Milva Malatesta, di 31 anni, di Certaldo, e del figlio Mirko Rubbino, di 3. Il duplice omicidio (nella foto, particolare, la notizia riportata sul quotidiano torinese “La Stampa”, del 22 agosto ’93, a firma di Francesco Matteini), verosimilmente risalente alla sera precedente, rimarrà senza un colpevole assicurato alla giustizia.
Il marito della vittima e padre del malcapitato bambino, Francesco Rubbino, che non aveva ben accettato la separazione coniugale, il 7 aprile 1995 risulterà completamente estraneo al rogo letale con assoluzione piena. Fumoso resterà l’ipotetico legame con la serie di agguati sanguinari messi a segno dal “Mostro di Firenze”. Dubbio rimarrà anche il collegamento –a partire dalla tanica da 5 litri di benzina trovata senza tappo a dieci metri dalla vettura di Milva- con Nicola Fanetti, originario di Castellina in Chianti, che la donna frequentava da un mese e che avrebbe dovuto incontrare, al distributore di benzina di San Donato in Poggio sulla strada provinciale 101, la sera della dipartita terrena col figlioletto.
Ma poi Fanetti si era ribaltato con la sua Ape 50 Piaggio ed era stato aiutato da una coppia di passanti. Sarà collegato, presumibilmente, anche ad una delle piste investigative inerenti la morte violenta di Alessandra Vanni, tassista di 29 anni, strangolata con una corda da pacchi nella sua vettura di servizio “Siena 22”, a ridosso del cimitero di Castellina in Chianti, il 9 agosto 1997. Anche quello della Vanni rimarrà un caso irrisolto. Ancora: secondo le testimonianze di Gabriella Ghiribelli e di Giuseppe Sgangarella, la Malatesta era stata, verosimilmente, amante del mago Alessandro Indovino e conosceva bene sia Pietro Pacciani che Francesco Vinci -assassinato il 7 agosto di quello stesso 1993 e col quale pure sembrerebbe aver avuto rapporti intimi- che Mario Vanni, tra i famigerati “compagni di merende” della triste vicenda dell’arcinoto serial killer del Chianti.