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21 novembre

Oggi, ma nel 1941, nella sella di Culqualber, nell’area di Gondar, in Abissinia, futura Etiopia, nella campagna dell’Africa orientale italiana, durante la seconda guerra mondiale, si consumava la mattanza dei 2900 uomini, che componevano l’ultima resistenza tricolore, che si immolavano sotto l’offensiva britannica, forte di 22500 armati. Poiché per l’esercito del Duce, Benito Mussolini, le munizioni erano terminate, la battaglia si svolgeva quasi esclusivamente all’arma bianca.

La consegna era morire piuttosto che arrendersi. E così andava. A sacrificarsi erano gli uomini dell’I gruppo mobilitato dei carabinieri reali, composto da 200 militari italiani e 160 zaptiè indigeni, e il CCXL battaglione camicie nere della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, formato da 675 legionari e 1865 ascari. I rappresentanti della Benemerita erano comandati dal colonnello Augusto Ugolini, che era coadiuvato dal maggiore Alfredo Serranti e dal tenente Sante Mantarro.

I militi erano guidati da seniore Alberto Cassoli. Resistevano al tentativo di sfondamento inglese, messo in atto sia con sortite di terra che mediante incursioni aeree, dal 6 agosto precedente. Venivano conteggiati, tra le fila che combattevano sotto il tricolore con lo stemma sabaudo, 1003 morti, dei quali 513 italiani e 490 ascari. I prigionieri erano 1900, inclusi 804 feriti, tra i quali si distinguevano 404 italiani e 400 indigeni.

Nello scontro perivano anche 100 civili locali e altrettanti rimanevano feriti. Anche Serranti e Cassoli morivano nel corso del disperato tentativo di difesa dei luoghi strategici per l’effimero impero d’oltremare mussoliniano: il caposaldo di Culqualber, il Costone dei roccioni e lo Sperone del chilometro 39. Allo sparuto drappello di superstiti verrà concesso dagli inglesi l’onore delle armi.

Per la tenacia dimostrata fino all’ultimo assalto con la baionetta la bandiera dei carabinieri (nella foto, particolare, l’episodio dei carabinieri massacrati a Culqualber in un’illustrazione coeva proveniente dall’archivio storico dell’Istituto nazionale del nastro azzurro per i combattenti decorati al valor militare) verrà insignita della seconda medaglia d’oro al valor militare. E, l’11 novembre 1949, il Papa Pio XII, con un Breve apostolico, fisserà la ricorrenza della patrona dei carabinieri, la Virgo Fidelis, proprio nel giorno del 21 novembre, in ricordo sia della presentazione della Beata vergine Maria che in onore proprio dell’estremo sacrificio di Culqualber.