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23 settembre

Oggi, ma nel 1977, a Bologna, nel Palasport, iniziava il convegno internazionale sulla repressione (nella foto uno scatto dall'alto della prima di tre giornate), promosso, fra gli altri, dal quotidiano di ultrasinistra Lotta continua.

L'esperienza, che rimarrà unica nel panorama italiano, sarà destinata a segnare anche la fine del movimento del '77. Si concluderà, dopo dibattiti, incontri, esibizioni musicali, manifestazioni di propaganda e controinformazione, con il corteo per le vie cittadine, caratterizzato dalla partecipazione di 35mila attivisti, e lo spettacolo finale dell'attore comico Dario Fo, in piazza VIII agosto. L'appuntamento bolognese, che radunerà complessivamente centomila anime, era scaturito dall'appello, contro la repressione in Italia, pubblicato, il 5 luglio precedente, proprio da Lotta continua, e firmato da alcuni intellettuali francesi di spicco, tra i quali figuravano anche Jean-Paul Sartre, Michel Foucault, Félix Guattari, Gilles Deleuze e Roland Barthes. Poi l'organizzazione era stata rilanciata dal sindaco comunista Renato Zangheri.

Non mancheranno momenti di tensione, causati soprattutto dalla contrapposizione frontale tra i militanti di Lc e gli autonomi, come documenterà il materiale, anche iconografico, conservato nell'archivio della fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano. Le componenti più politicizzate confluite a Bologna da tutto il Belpaese avranno, per 72 ore, un confronto-scontro su temi riguardanti sopratutto l’incapacità, particolarmente da parte dello Stato, di riuscire a creare soluzioni e prospettive di sviluppo. Il clima, rovente, della tre giorni bolognese era comunque inquinato dall'omicidio di Francesco Lorusso, di Lotta continua, avvenuto, proprio nel capoluogo dell'Emilia-Romagna, l'11 marzo precedente. Lorusso, originario di Bari, classe 1952, era stato ammazzato, in via Mascarella, all'altezza del civico 37, da un colpo di pistola Beretta sparato al torace dal carabiniere di leva Massimo Tramontani, che era intento a sedare la sommossa degli studenti aderenti a Comunione e liberazione.

La condotta del militare verrà giudicata dai magistrati come legittima, perché comunque in linea con l'applicazione della legge promossa dal ministro di Grazia e giustizia del quarto governo guidato dal democristiano Aldo Moro, il repubblicano Oronzo Reale, ovvero la numero 152 del 22 maggio 1975.