26 agosto

Oggi, ma nel 2010, ad Avetrana, in provincia di Taranto, nell’abitazione di via Grazia Deledda, Sabrina Misseri, di 22 anni, aspirante estetista, con l’aiuto della madre Cosima Serrano, di 55, uccideva, strangolando, la cugina Sara Scazzi, di 15 anni, studentessa dell’alberghiero, presumibilmente per gelosia e per rancore. E il cadavere veniva occultato con la partecipazione del padre Michele Misseri, di 56. La triste sorte di Sarah uscirà fuori solo il 6 ottobre successivo, dalla confessione di “Zio Michè”, mentre la sparizione della ragazzina veniva denunciata dalla sua famiglia direttamente quel 26 agosto 2010.
Il cadavere verrà sepolto il 9 ottobre nel locale cimitero comunale. Sabrina e Cosima, sorella maggiore della madre della vittima, Concetta, il 21 febbraio 2017, saranno condannate all’ergastolo, in via definitiva, dopo il passaggio in Corte di cassazione. Che confermerà la sentenza d’appello del 27 luglio 2015 e quella di primo grado del 20 aprile 2013. Le due detenute condivideranno anche la cella nel penitenziario di Taranto. Il caso, in generale, destava enorme scalpore mediatico a livello non solo nazionale. Sia per la parentela tra l’assassina e la giovane vittima (nella foto, insieme) che per i futili motivi del delitto: verosimilmente rivalità in amore.
Femminicidio oltremodo messo a segno in un contesto di particolare arretratezza culturale benché in una situazione che sarà reputata dagli addetti ai lavori non di degrado sociale. L’11 febbraio 2024 “Zio Michè” lascerà il carcere di Lecce con sconto sulla pena da espiare di oltre un anno ritornando a vivere nella casa del fatto di sangue. La singolare vicenda verrà rievocata nel controverso adattamento per il piccolo schermo, in quattro puntate, intitolato “Avetrana - qui non è Hollywood”, diretta dal regista Pippo Mezzapesa. In onda, il 30 ottobre 2024, sul canale Disney +. Rappresentazione tratta dal volume di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni "Sarah, la ragazza di Avetrana", che verrà dato alle stampe, nel 2020, dalla casa editrice Fandango di Roma, fondata da Domenico Procacci.