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27 GENNAIO

Oggi, ma nel 1984, a Napoli, nella seconda traversa di via di villa Bisignano, nel quartiere Barra, veniva rinvenuto il corpo senza vita di Patrizio Esposito, ovvero “Patrizio”, detto “lo scugnizzo di Porta Capuana”, cantante partenopeo di 24 anni, dentro la sua Matra-Simca, morto per overdose di eroina. Era tossicodipendente da 8 anni, ovvero da quando ne aveva 16. Era nella macchina insieme a Francesco Palermo, di 22, altro eroinomane, che si era bucato, ma senza che l’iniezione gli fosse letale.

Se ne andava quando avrebbe dovuto iniziare le riprese del suo primo film da protagonista. Non mancherà l’ipotesi che fosse stato “suicidato” dalla camorra perché frequentava la moglie di un boss. Anche se Patrizio era sposato con Carmela Martino, dalla quale aveva avuto la figlia Enza. Il primo dei 10 album incisi, era stato “Papà è Natale, del 1975, per la Zeus record.

Per gli addetti ai lavori sarà ritenuto il primo vero neomelodico, l’anello di congiunzione tra la vecchia scuola, con Mario Merola considerato l’ultimo esponente del genere tradizionale, in concomitanza con la fine della versione verace del Festival della canzone napoletana, che ha tenuto banco dal 1952 al 1971, e l’introduzione degli elementi moderni di Gaetano “Nino” D’Angelo. Proprio l’ex caschetto biondo sosterrà come, con Patrizio ancora in vita, fosse davvero difficile emergere nella categoria degli interpreti dalla voce nasale, il mento alzato e la mano protesa in avanti che erano estremamente apprezzati non solo all’ombra del Vesuvio.

Patrizio, che cantava la disoccupazione, la malavita, l’ascesa della droga, ma anche l’amore, il colera, il terremoto e la quotidianità, aveva esordito come attore, a 14 anni, nel ruolo del figlio di Nino Sannataro, interpretato da Vittorio Mezzogiorno, nello sceneggiato televisivo, in tre puntate, girato nel 1974 e trasmesso dalla Rai, sul Programma nazionale, dal 28 settembre al 13 ottobre 1975, “Il marsigliese”, con la regia di Giacomo Battiato.

A 19 anni, nel 1979, era stato ospite di Pippo Baudo, sempre sulla televisione di Stato, a Domenica in, trasmissione condotta con Edi Angelillo, che lo aveva presentato come talentuoso con la faccia da scugnizzo. Quella esibizione, cantando “Tu sei qui”, lo aveva consacrato come ugola di gran pregio anche fuori dai confini della Campania, con particolare attenzione per la Puglia.