28 agosto

Oggi, ma nel 1993, a Polignano a mare, in provincia di Bari, nell’ambito della manifestazione intitolata “Modugno torna a casa”, iniziata due giorni prima, Domenico Modugno si esibiva ufficialmente per l’ultima volta e lo faceva nella cornice della sua città d’origine, davanti a 10mila spettatori, in un’ora di concerto gratuito, nella “riappacificazione con i polignanesi” per essersi sovente fintamente dichiarato siciliano. Accadeva prima della morte, per infarto, a 66 anni, che lo coglierà il 6 agosto dell’anno successivo, 1994, a Lampedusa, in quel di Agrigento, nella sua abitazione d’elezione.
Polignano ripagherà il cantautore con la statua in bronzo alta tre metri realizzata dallo scultore argentino Hermann Mejer che verrà inaugurata il 31 maggio 2009 e campeggerà sul lungomare a lui pure intitolato. “Mimmo” – o “Mimì”, per i più intimi come l’accompagnatore Anselmo Galluzzi – che si presentava, profeta in patria dopo 40 anni – non cantava a Polignano dal ’58 – con la barba lunga e bianca e un berretto da marinaio in testa. Veniva trasportato in trionfo sul cabinato nel tratto di Adriatico antistante cala San Giovanni, assaggiando polpi crudi, e poi condotto in processione laica per le vie su una cabriolet bianca.
Ridotto sulla carrozzella, l’aspetto appariva provato. Era già minato nel fisico dalla vita non propriamente salutare, incluse le sessanta sigarette al giorno fumate. Andando a ritroso, il 12 giugno 1984, aveva avuto l’ictus cerebrale durante la registrazione della trasmissione televisiva “La luna nel pozzo”, negli studi di Canale 5 di Cologno Monzese, e da allora il suo quadro clinico era stato tenuto severamente sotto controllo. A margine del concerto alle Terme di Caracalla a Roma, il 25 settembre 1991, aveva avuto l’attacco cardiaco che, benché ritenuto lieve, aveva comunque influito sulla situazione generale.
La data del 28 agosto, in quel 1993, era particolarmente significativa: perché 30 anni prima, nel 1963, proprio in quel giorno, era uscito il suo album “Tutto è musica”. Si era trattato del 13° inciso in studio, per l’etichetta discografica milanese Fonit Cetra, ed era la raccolta di principali successi della sua carriera artistica. Dal 33 giri era poi derivato l’omonimo film, di genere autobiografico, scritto e diretto dallo stesso “Mr Volare” con la collaborazione di Franco Migliacci e di Tonino Valerii.