La lapide commemorativa dei partigiani morti nell'eccidio di Fondi di Schilpario, in provincia di Bergamo

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28 aprile

Oggi, ma nel 1945, a Fondi di Schilpario, in provincia di Bergamo, nello scontro tra militi della legione d'assalto Tagliamento della Guardia nazionale repubblicana della ormai ex Repubblica sociale italiana, che erano in fuga dal Passo del Mortirolo, e cittadini della zona venivano uccise 11 persone. Tecnicamente erano civili confluiti nella lotta partigiana, che erano saliti in quella località per chiedere la resa delle camicie nere, convinti che non ci sarebbero state complicazioni poiché la seconda guerra mondiale era terminata, ma si trovavano davanti all'imboscata dei repubblichini.

I presidi fascisti e tedeschi del circondario si erano già arresi, senza spargimento di sangue, alla richiesta dei partigiani di Schilpario. Senza problemi, infatti, a Schilpario i prigionieri fascisti erano stati raggruppati nell'ospedale e quelli tedeschi nell'albergo Alpino. Invece i militi della Tagliamento, provenienti dal passo del Vivione, non esitavano a sparare per uccidere e poi facevano anche scempio dei cadaveri. Le vittime erano: Giovanni Bonaldi; Paolo Bonaldi; Emilio Fantocci, animatore del Comitato di liberazione nazionale locale; Paolo Mai; Pietro Mai; Camillo Mora; Pietro Mora; Rino Mora; Giovanni Pizio; Pietro Andrea Romelli; Giovanni Scolari, ufficiale medico della divisione Tagliamento, che si era offerto come mediatore per tentare di comporre la frizione, ma veniva ucciso dai suoi stessi camerati che infierivano anche sul cadavere; Linfardo Volontè. Giovanni Pizio, invece, morirà, l'1 maggio successivo, per le ferite riportate nella sparatoria. Nell'agosto 1952 il tribunale militare territoriale di Milano emetterà la sentenza contro i presunti responsabili delle atrocità compiute dalla Tagliamento, agli ordini di Merico Zuccari. Quest'ultimo, fuggito in America latina, verrà condannato all'ergastolo in contumacia. Nel 1954, in appello, le pene verranno ridotte. E nel 1962 i reati verranno dichiarati estinti per amnistia. Così, dei 12 condannati, su 17 giudicati complessivamente, solo 3 imputati sconteranno in carcere un periodo minimo.

Nel luogo della mattanza, nel 1946, verrà apposta la lapide commemorativa con l'indicazione delle vittime (nella foto). Il 14 maggio 2011, invece, verrà inaugurato il monumento ai caduti realizzato da Walter Giliberto, costituito da 17 aste in acciaio conficcate nel terreno per riprodurre l'orientamento dei corpi celesti all'ora dell'eccidio.