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28 MARZO

Oggi, ma nel 1944, in località Macchinina di Gorino, frazione di Goro, in provincia di Ferrara, per rappresaglia, i militi della feroce compagnia ausiliaria “Giorgi” della Guardia nazionale repubblicana di Ferrara, detta “dei Tupin”, guidati militarmente dal capitano Carlo Tortonesi e politicamente dal capo della Provincia, il prefetto Enrico Vezzalini, uccidevano 5 civili. Le vittime erano: Ernesto Alberghini, di Ferrara, classe 1898; Luigi Cavicchini, di Sermide, del 1893; Arrigo Luppi, di Jolanda di Savoia, del 1894; Augusto Mazzoni, di Ferrara, del 1887. Erano considerati partigiani appartenenti al movimento resistenziale del circondario.

Poi, tra gli ammazzati, c’era anche don Pietro Rizzo, di Ferrara, del 1900, parroco di Jolanda di Savoia. Riuscivano, invece, a fuggire al piombo delle camicie nere Cesare Nurizzo e Narciso Visser. L’azione dei fascisti era la punizione per l’esplosione, avvenuta il 23 marzo precedente, a Jolanda di Savoia, della centralina elettrica Sep che serviva lo zuccherificio. Era stato creduto un grave atto di sabotaggio, ma in realtà lo scoppio era stato determinato da una normale fuga di gas. Nurizzo era l’ingegnere direttore dello stabilimento per la raffinazione dello zucchero. Alberghini, Visser e Mazzoni erano dipendenti della Sep. Cavicchini e Luppi lavoravano nello zuccherificio. Il 15 giugno 1945 la corte d’Assise di Novara riconoscerà Vezzalini colpevole di stragi avvenute nei dintorni, dopo essere divenuto prefetto di Novara, il 22 luglio 1944, e lo destinerà alla pena capitale. Verrà fucilato alla schiena, sempre a Novara, nel poligono di tiro, il 23 settembre 1945. Il 17 aprile 1947, a Ferrara, verrà condannato a morte anche Tortonesi, quale responsabile pure dell’eccidio della Macchinina.

Ma, il 19 novembre 1948, a Roma, la Corte di Cassazione tramuterà la sua condanna in ergastolo. Il 27 maggio 1950, grazie all’amnistia, del 19 febbraio 1949, voluta dal guardasigilli Palmiro Togliatti, la pena verrà ridotta a 19 anni di reclusione. Con il Decreto del presidente della Repubblica del 19 dicembre 1953 ci sarà l’ulteriore assottigliamento a 10 anni di cella. Ma dopo un anno e 5 mesi sarà libero. E nel settembre 1967 otterrà anche la riabilitazione. Il 25 aprile 1980 verrà inaugurato il monumento ai caduti (nella foto, particolare) proprio sul luogo della sparatoria, sull’argine del Po, in prossimità del ponte di barche tra Goro e Gorino, dove c’era una vecchia pompa "macchinina" idrovora che dava popolarmente il nome al posto. La vicenda del 28 marzo 1944 verrà raccontata dettagliatamente da Davide Guarnieri, futuro direttore dell’Archivio di Stato ferrarese, nelle 87 pagine del volume “La libertà nel fiume. L’eccidio fascista della Macchinina”, che verrà pubblicato da BFS-Biblioteca Franco Serantini, di Pisa, nel 2007.