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3 dicembre

Oggi, ma nel 1997, a Roma, a 74 anni, moriva, per i postumi di un ictus cerebrale, Benito Jacovitti (nella foto particolare di un autoritratto da una pagina del Kamasutra spaziale di Stampa alternativa), soprannominato Franco, considerato uno dei più grandi disegnatori umoristici italiani del Novecento, padre di Cocco Bill e di una lunga serie di personaggi esilaranti. Sei ore dopo si spegneva, per infarto cardiaco, anche la moglie, Floriana Jodice, detta Lilli, di 72 anni. Si erano conosciuti, nel 1944, a Firenze, da studenti del liceo artistico e si erano sposati nel 1949. Lui era originario di Termoli, in provincia di Campobasso, in Molise, lei era toscana di San Casciano Val di Pesa, in quel di Firenze. Dall'anno dopo il matrimonio abitavano nell'appartamento-studio capitolino di via Egidio Albornoz, vicino al Vaticano e alla ex redazione del settimanale "Il Vittorioso", emanazione dell'Azione cattolica, edito dalla Anonima veritas, dove Jac, altro pseudonimo, aveva esordito a 16 anni. Nella sua stanza da lavoro, tra il fumo dei sigari danesi Apostolado e la bottiglia di sambuca Jacogusto, campeggiava un cartello con sopra scritto: «Vietato cosare». Negli ultimi tempi il discepolo Nedelijko Balaica lo aveva aiutato nel finire le tavole da consegnare. Tra gli 8 e gli 11 anni Lisca di pesce, ennesimo nomignolo, aveva vissuto ad Ortona, in provincia di Chieti, con la famiglia di origine slava-albanese, prima del trasferimento fiorentino. Si definiva «un estremista di centro», sberleffava tutto e tutti senza timori reverenziali per i politici né la politica, a cominciare dalla battuta, consegnata alla storia del fumetto nazionale: «Eia, eia baccalà».