#TODAY

3 Gennaio

Oggi, ma nel 1862, a Castellammare del golfo, in contrada Falconiera, la compagnia di bersaglieri giunta da Palermo al comando del generale filo-Savoia ed ex garibaldino Pietro Quintino fucilava sette lealisti ritenuti fiancheggiatori dei briganti. Tra le vittime della prima insorgenza antisabauda  Angela Romano di 9 anni. Ma le pallottole finirono anche il parroco, don Benedetto Palermo, di 46. Gli altri giustiziati: Mariano Crociata, Marco Randisi, Anna Catalano, Angelo Calamia e Antonino Corona. La rivolta era scoppiata il giorno precedente con l'attacco da parte di 400 giovani tra borbonici, anarchici e soprattutto renitenti alla leva (obbligatoria, di sette anni, in vigore dal 30 giugno 1861), capeggiati da Francesco Mistretta Domina, Andrea De Blasi e Pasquale Turricano. Avevano assaltato la residenza di Bartolomeo Asara, locale commissario di leva e responsabile della pubblica sicurezza, e vi avevano trovato anche Francesco Borruso, reggente del comando di zona della guardia nazionale. Poi erano andati a scovare i cutrara, in siciliano i notabili liberali detentori del potere. Il 24 maggio 2013 l'amministrazione comunale castellammarese intitolerà una via (nella foto, la targa) alla bambina vittima della furia repressiva del neonato Regno d'Italia.

@RIPRODUZIONE RISERVATA