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3 marzo

Oggi, ma nel 1867, a Sinnai, in provincia di Cagliari, veniva inaugurata la diga di Corongiu, la prima della Sardegna realizzata, a caduta di gravità, con tecniche considerate moderne. L’invaso ricavato (nella foto, particolare del progetto) era il primo bacino artificiale realizzato in Italia mediante sbarramento di corso d’acqua in valli montane.

Il progetto dell’opera era dell’ingegner Felice Giordano. I lavori di realizzazione erano cominciati nel 1861, dopo le disposizioni impartite, nel 1857, da Camillo Benso conte di Cavour, presidente del consiglio dei ministri del regno di Sardegna, con Vittorio Emanuele di Savoia come sovrano. Il 3 marzo di quel 1867, in piazza San Carlo, futura piazza Yenne, nel quartiere Stampace, a Cagliari, arrivava il primo zampillo d'acqua che segnava l'entrata in funzione dell'apparato idrico che, appunto, era stato pensato per tentare di liberare la città, ma anche il circondario, dalla carenza di acqua, soprattutto di quella potabile. Infatti il bisogno di approvvigionamento idrico in Sardegna, ma non solo, sarà uno dei primi problemi che il neonato regno d'Italia si troverà ad affrontare. La prima diga di Corongiu, che era situata sul Rio Bau Filixi, e la cui posa in opera era stata curata dalla The Cagliari gas and water company limited, aveva avuto come direttore dei lavori l'ingegner Luigi Carlo Ferrero.

L'invaso verrà demolito nel 1969, per il deterioramento del muraglione contenitivo di malta e pietrame. Ma nel frattempo subentrerà la costruzione della seconda diga di Corongiu, alta 19 metri e mezzo, ad opera dell'ingegner Dino De Gioannis, che verrà realizzata dall'impresa dell'ingegner Carlo Ansoldi, e che verrà iniziata nel 1913 e terminata nel 1915. Tra il 1931 e il 1937, invece, sempre su piano dell'ingegner De Gioannis, ma con l'intervento anche dell'ingegner Carlo Crespi, verrà realizzata la terza diga di Corongiu, alta 21 metri, curata dall'impresa edile di Pietro Cidonio, di Roma, che sarà quella alla quale il fascismo, anche grazie alle entrature politiche della famiglia Cidonio, sostenitrice dell'onorevole Guido Cristini, presidente del Tribunale speciale per la difesa dello Stato dal 1928 al 1932, originario di Guardiagrele, in provincia di Chieti, lascerà eseguire una notevole quantità di lavori di rilievo nel Belpaese.