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3 novembre

Oggi, ma nel 1864, a Pistoia, veniva inaugurato l'ultimo tratto, da Pracchia, frazione montana di Pistoia, a 616 metri di quota, e Pistoia, della ferrovia Porrettana, meglio nota come la strada ferrata dell'Italia centrale. Il tracciato, ufficialmente benedetto il giorno precedente, 2 novembre, dal sovrano sabaudo Vittorio Emanuele II, era lungo complessivamente 99 chilometri. La linea era la prima che, mediante le locomotive a vapore a 4 assi accoppiati Beugniot, costruite dal produttore francese Koeklin di Mulhouse, fornite dal deposito fiorentino di Santa Maria Novella, attraversava l'Appennino. Sbucava dalla montagna, tramite 47 gallerie (nella foto, particolare, i difficoltosi lavori di realizzazione di uno dei fori nella roccia, dalla copertina del volume "La ferrovia Porrettana. Progettazione e costruzione 1845-1864", di Andrea Ottanelli, Renzo Zagnoni, Aniceto Antilopi, edito da Settegiorni di Pistoia, nel 2014), pari a 13 chilometri di tunnel, con pendenze del 26 per mille.

La ferrovia Porrettana univa, mediante binario semplice, Bologna a Pistoia, transitando per la località turistica di Porretta Terme, futura frazione rinomata di Alto Reno Terme, nel bolognese. L’arrivo del treno consentiva di ridurre il tempo di percorrenza Bologna-Pistoia da 14 a 5 ore. Conseguentemente veniva sospeso il servizio di collegamento tra i due centri mediante diligenza a cavalli. La galleria dell’Appennino, di 2727 metri di lunghezza, posta tra 550 e 625 metri sul livello del mare, i cui lavori di scavo erano cominciati il 20 luglio 1858, ossia prima dell’unificazione nazionale, del 17 marzo 1861, era la prima del Belpaese a passare attraverso il valico appenninico, unendo la Toscana all’Emilia-Romagna. Risultato che consentiva di implementare sia il transito dei passeggeri che delle merci.

Tra le motivazioni iniziali di pianificazione dell’intrapresa della ferrovia Porrettana vi era stata anche quella di cercare di favorire il turismo montano del comprensorio, data la presenza delle acque curative e medicali di Porretta, poste a 349 metri d’altezza. La realizzazione della ferrovia Porrettana era stata un'idea, già dal 1845, dei fratelli Bartolomeo, Pietro e Tommaso Cini, imprenditori di San Marcello Pistoiese. La posa in opera era stata appannaggio della Società anonima per la strada ferrata dell’Italia centrale di Firenze, che faceva capo ai Cini, ma inglobava anche altri portatori di interessi. Il contratto, almeno nella formula di prima convenzione, era stato stipulato, il 26 gennaio 1852, a Modena. Il complesso sistema di reperimento dei fondi e la direzione delle spese era stata assegnata ai finanzieri tricolori Pietro Bastogi, Lodovico Melzi e Raffaele De Ferrari. La società realizzatrice dell’opera era stata quella dell’ingegnere transalpino, naturalizzato italiano, Jean Louis Protche.