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30 AGOSTO

Oggi, ma nel 1970, a Roma, in via Giacomo Puccini, Camillo Casati Stampa di Soncino, di 43 anni, già marchese di Casate, uccideva con un fucile Browning calibro 12, con tre colpi, la moglie Anna Fallarino, originaria di Amorosi, in provincia di Benevento, di 41, Massimo Minorenti, con due, amante di lei, di 25, e infine si suicidava con l’ultimo colpo in canna.

Con il fatto di sangue Casati Stampa, la Capitale scopriva ufficialmente la parafilia per il triolismo del nobile voyeur (nella foto, particolare, in spiaggia insieme alla conturbante consorte, dall’Archivio storico del quotidiano “Il Corriere della Sera”), che era solito pagare giovanotti aitanti per intrattenere rapporti sessuali con la seconda consorte, impalmata nel 1959 dopo i rispettivi precedenti matrimoni con l’ingegnere Giuseppe “Peppino” Drommi e la ballerina Letizia Izzo, alias “Lydia Holt”. Minorenti, studente fuoricorso di Scienze politiche, era già noto alle cronache scandalistiche per la presunta relazione con la showgirl statunitense, ma di origine cubana, di 28 anni, Loletha “Lola” Falana, già reginetta del varietà televisivo Rai, “Sabato sera”, del 1967, in onda sul Programma nazionale, con la cantante Anna Maria Mazzini “Mina” ed il ballerino Donald “Don” Lurio.

Il marchese Casati Stampa non reggeva lo scivolamento della relazione tra la Fallarino e Minorenti, da mercenaria per il soddisfacimento del suo candaulesimo, in un più banale e classico legame adulterino. Fino a quando era stato lui, ricco quanto capriccioso, discendente di famiglia patrizia milanese, a ideare, dirigere e finanziare giochi erotici come ad esempio, far rotolare la moglie nel la sabbia e guardare due avieri ripulirla leccandola, ne aveva tratto solo godimento, come vergato nel suo diario segreto, ma non aveva tollerato lo sfuggirgli di mano della situazione. Lei era proprio innamorata del “biondino”. Aveva lasciato un messaggio di “perdono” rivolto alla donna.

Parti delle memorie del marchese guardone finiranno soprattutto sulle pagine del settimanale “L’Europeo”, corredate da foto, in atteggiamenti piccanti con sconosciuti, provenienti dalla sua collezione personale. La figlia di primo letto, Anna Maria Casati Stampa, ingaggerà una vera e propria battaglia per ottenere il sequestro delle immagini oscene, sparite misteriosamente dalla casa del triplice delitto.