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30 ottobre

Oggi, ma nel 1922, a Roma, al Quirinale, il sovrano sabaudo Vittorio Emanuele III incaricava Benito Mussolini, dal 9 novembre 1921 capo del Partito nazionale fascista, di formare il suo governo. Che sarà anche il più lungo della storia d’Italia. Entrerà in carica il giorno successivo, 31 ottobre, e resisterà fino al 25 luglio 1943, con 5.772 giorni di durata, corrispondenti a 20 anni 8 mesi e 25 giorni. Il governo Mussolini, che arrivava cent’anni addietro -dopo la marcia su Roma, spinta dal quadrumviro Michele Bianchi, primo segretario nazionale del Pnf- otterrà la fiducia dai rappresentanti della Camera dei deputati, il 17 novembre successivo, con 306 “si”, 116 “no” e 7 astenuti, e quella del Senato, il 19 novembre di quel 1922, con 196 voti favorevoli e 19 contrari. Il governo Mussolini era composto da 13 ministri più il presidente del Consiglio, che conservava ad interim il dicastero degli Affari esteri, fino al 17 giugno 1924 e poi lo terrà come titolare fino al 12 settembre 1929, prima di cedere l’incarico all’ambasciatore Dino Grandi.

Aveva nell’abruzzese Giacomo Acerbo da Loreto Aprutino, che aveva svolto un ruolo di primo piano nel coordinamento delle camice nere marcianti verso la Capitale, il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, in sostanza l’uomo di maggior fiducia del futuro Duce (nella foto, particolare, insieme). I ministri erano: Alberto de’ Stefani, fascista, alle Finanze; Giovanni Giuriati, fascista, alle Terre liberate dal nemico; Aldo Oviglio, fascista, a Giustizia e affari di culto; Stefano Cavazzoni, popolare, a Lavoro e previdenza sociale; Vincenzo Tangorra, popolare, al Tesoro; Gabriello Carnazza, democratico-sociale anche se poi passerà coi fascisti alla fine di dicembre 1923, ai Lavori pubblici; il nobile Giovanni Antonio Colonna di Cesarò, democratico-sociale, alle Poste; Giuseppe De Capitani d’Arzago, liberale salandrino, all’Agricoltura; Teofilo Rossi di Montelera, liberale giolittiano, ad Industria e commercio; Luigi Federzoni, nazionalista, che andrà coi fascisti nel febbraio 1923 quando l’Associazione nazionalista si fonderà con il Pnf, alle Colonie; Armando Diaz, designato come militare essendo stato generale e capo di Stato maggiore del regio Esercito, alla Guerra; Paolo Tahon di Revel, anche lui come militare, essendo stato ammiraglio e capo di Stato maggiore della regia Marina militare, alla Marina; Giovanni Gentile, indipendente che passerà tra i fascisti all’inizio del 1923, alla Pubblica istruzione.