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4 MARZO

Oggi, ma nel 1889, a Funo di Argelato, in provincia di Bologna, i fratelli muratori Ulisse e Pietro Campeggi, originari di Longara, frazione di Calderara di Reno, sempre in quel di Bologna, riuscivano a spostare, di 6,48 metri in linea, il campanile della chiesa dei Santi Nicolò e Petronio. La torre campanaria necessitava di tale intervento per questioni di messa in sicurezza e come alternativa c’era solo la demolizione che sarebbe stata disdicevole per i fedeli, votivamente affezionati alla struttura, e soprattutto più dispendiosa.

L’operazione, che veniva coordinata dall’arciprete Luigi Evangelisti, costava infatti 6.200 lire complessivamente, con 5mila lire quale rimborso spese per il materiale e compenso per la posa in essere devoluto ai fratelli Campeggi. L'esborso era finanziato prevalentemente dai parrocchiani (nella foto, particolare, la targa commemorativa). Radere al suolo la torre, invece, sarebbe venuto 8mila lire. I fratelli Campeggi riuscivano a ripetere a Funo di Argelato il sorprendente lavoro compiuto, sempre da loro, con successo, il 4 agosto 1887, a Trebbo di Reno. L’operazione era stata richiesta dal parroco Pietro Spisani, sempre per problemi di natura strutturale e, proprio come per Funo di Argelato, vi si era ricorsi per scongiurare il dover buttare a terra il torrione.

Il campanile di Trebbo di Reno, appartenente alla chiesa di San Giovanni Battista, era stato edificato nel 1663, dal disegno dell’architetto Giovanni Sacchi, aveva la base quadrata di 4x4 metri e l'altezza di 30, pesava 400 tonnellate. Era stato spostato di 4 metri (nella foto, particolare, gli operai, diretti dai fratelli Campeggi, durante l’esecuzione) e raddrizzato, perché alcuni errori iniziali e il peso delle campane azionate nel tempo lo avevano inclinato. A Funo di Argelato, dove il campanile da far "viaggiare" era altrettanto imponente, come già per l’esperienza precedente, venivano costruiti, scavando sotto il basamento, mediante 5 fori, due binari di ferro sui quali veniva fatto scorrere il corpo in muratura, ingabbiato in una robusta palizzata di legno e metallo.

Il progetto, che era stato sviluppato da Ulisse Campeggi, classe 1846, di modesti studi, ma di grande intuito e maestria, riprendeva quello ideato e testato con profitto, il 12 agosto 1445, dall’architetto ed ingegnere bolognese Aristotile Fioravanti che era balzato alle cronache per essere riuscito a spostare, di ben 13 metri, la torre felsinea di Santa Maria della Magione, alta 24 metri. Vi era riuscito escogitando un non semplice sistema di cilindri e di rulli. Il 21 maggio 1989 verrà celebrato, da padre Francesco Ravaglia, il primo centenario dello spostamento del campanile di Funo di Argelato e una nuova targa si aggiungerà a quella fatta apporre da don Evangelisti in occasione del 4 marzo 1889.