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4 settembre

4 Settembre 2025

Oggi, ma nel 1900, a Roma, anche il governo guidato da Giuseppe Saracco, della Sinistra storica, con il ministro degli Affari esteri Giuseppe Visconti Venosta, aderiva alla prima convenzione di pace dell’Aia che, tra l’altro, vietava l’utilizzo dei proiettili a gas letali o comunque asfissianti, di quelli ad espansione o ad appiattimento, nei conflitti. La riunione era stata convocata dallo zar Nicola II di Russia, dal 18 maggio, giorno del suo genetliaco, al 29 luglio, data della firma di approvazione, dell’anno precedente, 1899, nella sala d’Orange del palazzo reale Huis ten Bosh.

Simposio convocato soprattutto per ridiscutere quanto stabilito a Ginevra, in Svizzera, il 22 agosto 1864, nel meeting per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti in guerra. La questione della belligeranza chimica, la cosiddetta guerra non convenzionale, e dell’impiego dei gas nocivi sui teatri degli scontri soprattutto di terra era diventata di stretta urgenza. Vieppiù dopo il massiccio impiego nella fase conclusiva della guerra civile americana, che era terminata il 23 giugno 1865 con la vittoria dell’Unione, dopo il perfezionamento dei colpi al cloro liquido ideato da John Doughty di New York.

Avevano preso parte all’incontro primigenio dell’Aia, presieduto dal barone russo Egor Egorovič Staal, i delegati di 26 nazioni (nella foto, particolare, l’immagine ufficiale degli aventi diritto al prestigioso randez-vous) e, tranne l'America, di fatto avevano posto le basi per la definizione di quello che sarebbero diventati il diritto bellico e la Corte permanente d'arbitrato, il più antico organo a giurisdizione sovranazionale di composizione delle dispute di livello internazionale, che dal 1913 avrà sede nel Palazzo della pace dell’Aia. Il Belpaese, invece, firmerà, ma non ratificherà la seconda convenzione dell’Aia, quella stabilita dalla conferenza di pace del 15 luglio-17 ottobre 1907, alla quale prenderanno parte gli esponenti di 44 nazioni, durante il terzo esecutivo presieduto dal liberale Giovanni Giolitti, con Tommaso Tittoni alla testa del dicastero degli Esteri.