TODAY

7 aprile

Oggi, ma nel 1973, a Firenze, avveniva l'apertura al pubblico del corridoio vasariano di collegamento tra Palazzo Pitti e Palazzo Vecchio. La cerimonia si teneva alla presenza del direttore della galleria degli Uffizi, nonché soprintendente ai beni artistici e storici cittadino, Luciano Berti, e del sindaco democristiano Luciano Bausi.

Lungo un chilometro, edificato dall'architetto e storico dell'arte Giorgio Vasari, di Arezzo, del 1511, che stava ultimando anche gli Uffizi, in cinque mesi di lavori, tra il marzo e il novembre 1565, su mandato del granduca fiorentino Cosimo de Medici, formalmente in occasione delle nozze, il 16 dicembre 1565, tra il figlio Francesco e la principessa asburgica Giovanna d'Austria. Il percorso sopraelevato (nella foto un particolare visto dall'alto) oltre ad essere un camminamento riparato, in grado di portare discretamente il sovrano dalla sua residenza, Palazzo Pitti, appunto, alla sede del governo cittadino, il già menzionato Palazzo Vecchio, voleva avere una connotazione simbolica: unire il potere mediceo personale all'amministrazione urbana, passando letteralmente sopra le teste dei fiorentini sudditi, ma contemporaneamente potendoli osservare dalle finestre. Per la realizzazione di questo corridoio, che richiese pure l'avvicendamento dell'olezzoso mercato della carne in luogo delle più raffinate botteghe orafe, l'idea risultava mutuata dal cunicolo costruito durante il papato di Alessandro V a Roma, per mettere in collegamento il palazzo del Vaticano con Castel Sant’Angelo.

Quel tratto segreto aveva salvato la pelle al pontefice mediceo Clemente VII, Giulio de’ Medici, fuggito per quel tramite dagli sgherri di Carlo V durante il sacco di Roma del 1527. Nel 1866, quando era stata spostata la capitale del neonato regno d'Italia, il primo sovrano della nazione, Vittorio Emanuele II di Savoia, aveva trasformato quel passetto in esposizione di opere d'arte da mostrare ai notabili in visita nel capoluogo toscano. La popolarità internazionale del corridoio di Vasari verrà consacrata dall'attore Tom Hanks nella pellicola cinematografica Inferno, per la regia di Ron Howard, tratta dal romanzo omonimo dello scrittore Dan Brown, nel 2016.