TODAY

7 giugno

Oggi, ma nel 1989, a Roma, nella chiesa di San Giovanni Leonardi, a Torre Maura, Sebastiano Nela, detto "Sebino", di Rapallo, in provincia di Genova, del 1961, storico difensore della Roma calcio, piangeva in occasione del funerale di Antonio De Falchi. La fotografia in lacrime, accanto alla mamma di De Falchi, Esperia Galloni, di 59 anni, faceva il giro d'Italia, riportata dai principali quotidiani il giorno successivo. La vittima (nella foto, particolare della notizia pubblicata, in prima pagina, dal quotidiano torinese "Stampa sera", il 5 giugno 1989) era un rappresentante della tifoseria giallorossa, di 18 anni.

La morte era giunta per infarto, a Milano, il 4 giugno precedente, in seguito all'aggressione e alle percosse ricevute da parte di ultras rossoneri prima dell'inizio della partita Milan-Roma, di serie A, sfida del pallone che si era poi conclusa 4-1 per i padroni di casa. De Falchi, che aveva anche una lieve malformazione cardiaca, era stato letteralmente ucciso dalla paura di essere massacrato di botte dalle frange degli irriducibili della squadra avversaria. La sua triste vicenda susciterà enorme clamore in tutto il Belpaese. Nela era accompagnato alla funzione officiata dal vescovo Giuseppe Mani, della zona est della Capitale, dal portiere Angelo Peruzzi, dal centrocampista Giuseppe Giannini, dal presidente della società Dino Viola e dalla rappresentanza del settore giovanissimi della Roma.

De Falchi teneva in camera, come cimelio, proprio la maglia col numero 3 indossata da Nela, il 30 aprile precedente, nella gara di trasferta disputata a Como e terminata col risultato 0-1. Ed era stato proprio Nela a regalare la sua casacca a De Falchi. Il 13 luglio successivo verrà condannato, in primo grado, a 7 anni di reclusione più il pagamento di 50 milioni di lire quale somma a titolo di risarcimento danni alla famiglia di De Falchi, Luca Bonalda, di 18 anni, tifoso del Milan e fattorino Pony express.

Daniele Formaggia e Antonio Lamiranda, invece, verranno assolti per insufficienza di prove. La sentenza di condanna per Bonalda verrà confermata in appello, il 13 marzo 1992, e diverrà definitiva, dopo il passaggio in Corte di cassazione, l'11 dicembre 1992. Negli anni la memoria di Antonio De Falchi verrà onorata sia dalla Roma calcio che dalla sua tifoseria. Bonalda avrà altri problemi con la giustizia: il 14 febbraio 2000, a Milano, verrà sorpreso a spacciare hashish nei giardini di via Mario Pagano; il 17 settembre 2017 verrà nuovamente arrestato per aver sparato, con una pistola calibro 7,65, il 28 agosto 2017, ad un ginocchio, ad un suo conoscente che aveva con lui un debito di 5mila euro per una partita di cocaina. Il 7 ottobre 2019, sempre nella chiesa di San Giovanni Leonardi a Torre Maura, Nela presenzierà anche al rito funebre della signora Esperia, deceduta ad 89 anni, per portarle l'ultimo saluto.