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7 giugno

7 Giugno 2025

Oggi, ma nel 1926, a Barcellona, all’angolo tra Calle Bailén e la Gran vía de las Cortes Catalanas, veniva investito letalmente da un tram mentre, dal cantiere della Sagrada Familia, si recava nella chiesa di San Filippo Neri per pregare e veniva lasciato malconcio sul selciato, scambiato per un mendicante, l’architetto catalano, di Reus di Tarragona, di stile eclettico Antoni Gaudì i Cornet, di 74 anni. Morirà tre giorni dopo, il 10 giugno, nel reparto dei poveri dell’ospedale di Santa Creu, per le conseguenze dell’incidente. Eppure, paradossalmente, era già rinomato in città per lavori pregressi come: la Pedrera, la Casa Batlló, il Parc Güell, la Casa Calvet, la Torre Bellesguard e il Palazzo Güell.

Oltre alla talentuosa creatività professionale, il suo essere era stato contraddistinto dalla coerenza, dall’austerità, dalla devozione cristiana. Per tali motivi, il 14 aprile 2025, verrà dichiarato venerabile da Papa Francesco, primo passo nel processo di beatificazione avviato dalla Congregazione per le cause dei santi nel 1998 dall’arcivescovo barcellonese Ricardo Maria Carles Gordò. Anche a voler sottolineare il non trascurabile contributo artistico verso l’edificazione e l’abbellimento in veste di decoratore e di scultore di edifici di culto iconici come il Temple expiatori.

Il 12 giugno la cerimonia funebre (nella foto, particolare, il passaggio del corteo dietro al carro) sarà particolarmente seguita dai cittadini commossi per la fine così ingloriosa e, per volere dell’associazione dei devoti di San Giuseppe, verrà seppellito nella cripta della chiesa al miglioramento della quale, dal 1883, aveva freneticamente dedicato l’ultima fase della sua esistenza terrena. Nel 1915, il nunzio apostolico in Spagna Francesco Ragonesi da Bagnaia, futuro cardinale, in visita come delegato ufficiale del Santo padre Benedetto XV all’opera religiosa più alta al mondo coi suoi 172 metri, aveva definito l’autore come “Il Dante dell’architettura”.