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7 marzo

Oggi, ma nel 1965, a Roma, nella parrocchia di Ognissanti, sull’Appia Nuova, retta dagli orionini, in occasione dei 25 anni dalla morte di San Luigi Orione, Papa Paolo VI celebrava la prima messa in italiano e non in latino. Il pontefice Giovanni Battista Montini (nella foto, particolare), in carica dal 30 giugno 1963, originario di Concesio, in provincia di Brescia, classe 1897, che il 14 ottobre 2018 verrà proclamato santo da Papa Francesco, durante la sua omelia, diceva: "Straordinaria è l’odierna nuova maniera di pregare, di celebrare la Santa messa. Si inaugura, oggi, la nuova forma della Liturgia in tutte le parrocchie e chiese del mondo, per tutte le messe seguite dal popolo. È un grande avvenimento, che si dovrà ricordare come principio di rigogliosa vita spirituale, come un impegno nel corrispondere al grande dialogo tra Dio e l’uomo […] questa domenica segna una data memorabile nella storia spirituale della Chiesa, perché la lingua parlata entra ufficialmente nel culto liturgico".

Era avvenuto, infatti, che, con la costituzione Sacrosantum Concilium, la prima delle costituzioni conciliari, che era stata approvata il 4 dicembre 1963, con 4 voti contrari e 2147 a favore, lo stesso Paolo VI avesse autorizzato l’uso della lingua italiana durante la funzione religiosa, dopo secoli di rituali riservati per lo più alla comprensione delle persone di elevata estrazione culturale. La modifica rientrava nel più ampio piano di semplificazione dei riti di culto. L’uso delle lingue nazionali diventava un'opzione necessaria per non creare ulteriore distanza tra l'istituzione secolare e i fedeli.

I riti, secondo il Concilio vaticano II, voluto da Papa Giovanni XXIII, tenutosi dall'11 ottobre 1962 e che si chiuderà l'8 dicembre 1965, dovevano evitare l’inutile prolissità, forme eccessivamente auliche, essere facilmente comprensibili. L'utilizzo del latino, che comunque non spariva del tutto, veniva riservato alle occasioni particolari e a brevi passaggi della funzione. Insieme a questa innovazione vi era, altrettanto ricca di significato, quella della disposizione dell'altare rivolto verso l'assemblea dei fedeli invece che col prete di spalle ai presenti. Tecnicamente la prima messa celebrata in italiano risaliva al 15 settembre 1953: era stata officiata a Lugano, nella Svizzera italiana, alle 8 del mattino, nella chiesa di san Nicolao, dal cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna, in apertura del terzo Congresso liturgico internazionale che aveva per tema proprio "La partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia".