TODAY

8 LUGLIO

Oggi, ma nel 1991, a Biandronno, in provincia di Varese, veniva ucciso, presumibilmente per vendetta, con due colpi di fucile da caccia caricato a pallettoni, sparati al volto e al cuore, nel cortile della sua abitazione, l’avvocato civilista Vincenzo Ciappina, di 48 anni, con studio professionale a Varese.

Originario di Palmi, in quel di Reggio Calabria, sposato con Licia, padre di tre figli, Marta, Francesca e Michele, era impegnato nella politica locale come consigliere comunale di Biandronno, prima con la Democrazia cristiana con la quale aveva rotto al tempo del referendum sul divorzio, del 12-13 marzo 1974, poi col Partito comunista e quindi capogruppo del Partito democratico della sinistra. Ciappina aveva subito minacce, già dal 1983, e con testualmente aveva presentato denuncia ai carabinieri, verosimilmente per la delicata causa legata all’apposizione di termini, ovvero la delimitazione precisa dei confini tra due appezzamenti di terreno, uno dei quali era di proprietà di un malavitoso calabrese, con una lunga lista di precedenti penali, residente a Casale Litta. Personaggio che però risulterà estraneo all’agguato mortale poiché all’estero l’8 luglio 1991.

Tra l’altro Ciappina, che conosceva bene i collegamenti tra il Varesotto e la Calabria, si era opposto pubblicamente, anche in virtù del suo ruolo politico, all’arrivo nel circondario di alcuni elementi particolarmente legati alla criminalità organizzata. Il 29 maggio 2010 verranno iscritti nel registro degli indagati Giuseppe Fotia e Giuseppe Litta, ma alla fine le prove del Dna, tratto dalla saliva, del 12 luglio 2010, non stabiliranno essere stati loro ad imbustare e mettere francobolli alle lettere anonime spedite a Ciappina prima dell’esecuzione.

Così l’omicidio rimarrà un giallo senza un colpevole assicurato alla giustizia e un caso di grande risalto mediatico nella cronaca nera del Belpaese. Appassionato di bicicletta da corsa, Ciappina (nella foto, particolare, a sinistra, proprio al termine di un allenamento sulle due ruote a pedali) sarebbe dovuto partire, proprio nell'estate 1991, approfittando delle ferie, per un giro turistico che lo avrebbe condotto in Sicilia, in 9 tappe, una delle quali nello Stretto di Messina dai parenti, per un totale di 1579 chilometri da percorrere insieme agli amici Emilio, Fernando e Gianni.