9 agosto

Oggi, ma nel 1942, ad Auschwitz, in Polonia, nel campo di concentramento nazista, i tedeschi uccidevano nella camera a gas la monaca Edith Stein, che sarà la prima martire cattolica di origine ebraica a essere canonizzata. Aveva 51 anni ed era nativa di Breslavia che al tempo era in Germania prima di passare alla Polonia, si era convertita al cattolicesimo e da religiosa dell’Ordine delle carmelitane scalze era appellata Teresa Benedetta della Croce. La sua morte si aggiungeva alla lista delle vittime della Shoah. Veniva fatta fuori – e il corpo veniva bruciato nel forno crematorio – insieme alla sorella Rosa Stein, terziaria carmelitana scalza, classe 1883, quindi maggiore di 8 anni.
Edith (nella foto, particolare) s’era impegnata, oltre che in favore dei diritti delle donne, contro le atrocità del regime hitleriano. Importante era stato anche il suo percorso filosofico, che l’aveva anche condotta ad attraversare un periodo di ateismo prima di abbracciare la fede nel cristianesimo e nella Chiesa romana e a farsi battezzare, l’1 gennaio 1922 a Bad Bergzabern. E degna di nota la sua produzione scientifica era apparsa anche nell’ambito accademico. Come nel caso del saggio “Endliches und ewiges Sein”, ovvero “Essere finito ed essere eterno”, scritto con l’obiettivo di conciliare le filosofie di Tommaso d'Aquino e di Edmund Husserl.
E come il volume “Kreuzeswissenschaft. Studie über Johannes vom Kreuz”, cioè “La scienza della croce. Studio su Giovanni della Croce”, dedicato a Juan de Yepes Álvarez, cofondatore dei carmelitani scalzi insieme a Santa Teresa d’Avila, al secolo Teresa Sánchez de Cepeda Dávila y Ahumada. Ma Edith Stein era stata costretta a lasciare sia l’insegnamento a Münster che gli impegni universitari: per via dei provvedimenti normativi razziali ispirati al governo di Berlino da Alfred Rosenberg, ritenuto l’ideologo del Partito nazista, come quello del 14 luglio 1933, ovverosia la “Legge per la protezione dei caratteri ereditari”.
Sicuramente il suo impegno contro il controverso sistema della svastica le aveva creato non pochi problemi pubblici. Già il 12 aprile 1933 aveva scritto a Roma a Papa Pio XI esortandolo a denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei. Verrà canonizzata, l’11 ottobre 1998, in piazza San Pietro, dal pontefice proveniente da Wadowice Giovanni Paolo II. L’1 ottobre dell’anno successivo, 1999, la "Santa dell’empatia" verrà nominata, sempre dal sommo padre Karol Wojtyla, compatrona d’Europa, insieme a Caterina da Siena, Brigida di Svezia, Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio.