9 giugno

Oggi, ma nel 1915, a Monfalcone, in provincia di Gorizia, la brigata granatieri di Sardegna, inquadrata nella tredicesima divisione della terza armata del regio esercito italiano, agli ordini del generale Luigi Pirzio Biroli, dopo aver occupato quota 61, prendeva la città austro-ungarica, ritenuta dagli alti vertici militari del Belpaese un importante snodo strategico anche dal punto di vista delle vie di comunicazione. Era la prima grande conquista definitiva strappata a Vienna nel contesto del primo conflitto mondiale combattuto via terra.
In realtà le truppe dell’imperatore Francesco Giuseppe I d’Asburgo avevano già parzialmente abbandonato l’abitato e proprio per questo motivo appesi ai balconi vi erano i lenzuoli bianchi ad indicare la presenza all'interno delle abitazioni solo dei civili. Ma questo comunque non rendeva lo scontro meno feroce. E nel combattimento di quel giorno morivano anche il maggiore Pietro Manfredi e il sottotenente Marsigli.
Anche in onore del loro estremo sacrificio la via principale della città isontina, nel tratto da Panzano verso il centro, verrà intitolata nel 1921 proprio alla data del 9 giugno 1915 (nella foto, particolare, una cartolina di quella strada realizzata nel 1921, tra l’altro al tempo dell’assassinio degli operai socialisti Giuseppe Nicolausig e Dioniso Rizzardini verosimilmente da parte degli squadristi fascisti di Francesco Giunta, che avverrà il 7 ottobre).
Il giorno successivo all’ingresso in Monfalcone, il 10 giugno di quel 1915, i granatieri di Sardegna, coadiuvati dai bersaglieri, muoveranno alla volta di Ronchi il cui nome non sarà ancora dedicato alla memoria della partenza dei legionari dannunziani diretti a compiere l’intrapresa fiumana il 12 settembre 1919.