Aquilani che rubano agli aquilani

La cronaca continua a offrirci casi di aquilani che rubano agli aquilani. L’ultima notizia che giunge dalla Procura  è relativa a un personaggio molto noto in città, già condannato in passato per usura, che è la rappresentazione plastica di quelle “famiglie” che nel capoluogo fanno il bello e cattivo tempo  da decenni. Sono personaggi che  troviamo sempre nei posti chiave, direttamente o per interposta persona, si servono di coperture che partono dalle sacrestie e arrivano in Vaticano, sempre primi quando si tratta di arraffare denaro pubblico per operazioni di piccolo cabotaggio o per restaurare a spese della fiscalità lussuosi palazzi che altrimenti sarebbero crollati (e non per il terremoto). Sempre a muovere fili di una politica  debole e a incidere su decisioni che spesso vengono prese in mega cene  a colpi di carte di credito gentilmente messe a disposizione da enti e associazioni. C’è chi continua a negare che all’Aquila esistono le “famiglie” che catalizzano interessi milionari. Lo facevano anche i politici che in Sicilia hanno a lungo negato l’esistenza della mafia. Ecco perché all’Aquila nei posti chiave ci sono sempre le stesse persone che passano da una poltrona all’altra e da un’anticamera all’altra, gonfiando i loro conti correnti con migliaia di euro al mese e poi ergendosi a difensori dei poveri e dei diseredati. In realtà difendono se stessi e le rendite di posizione che sono il vero cancro della città.