TURNO DI NOTTE

Caduti i divieti resta solo la nostra paura

Fra una decina di giorni potremo iniziare a tornare alla vita che conoscevamo prima del coronavirus. È ciò che desideriamo e non passa giorno che non rimpiangiamo i tempi in cui potevamo passeggiare senza meta, bere un caffè al bancone di un bar, curiosare fra gli scaffali di un negozio. I limiti e i divieti che il governo ci ha imposto, un paio di mesi fa, cominceranno a cadere, ma resterà in pedi un baluardo più ostico di quelli previsti dalle ordinanze: la paura.

Arriverà il momento, dopo il 4 maggio, in cui dovremo fare i conti con questa barriera che spesso siamo incapaci di confessare perfino a noi stessi. Quella normalità che a parole ci manca come l’aria, infatti, la desideriamo e temiamo allo stesso tempo. La nostra è una paura diversa dalle altre perché ciò che ci spaventa può avere anche le familiari sembianze di una persona amata. La parola che ci impedisce di gioire, già da ora, del futuro ritorno alla vita vera è un aggettivo: asintomatico. Non sappiamo chi possa contagiarci e ci sentiamo indifesi davanti a una minaccia che non esibisce un esplicito segnale di pericolo.

È con questo timore, quindi, che dovremo fare i conti, cercando di domarlo prima di tornare a vivere come prima. Il tempo non ci manca. Forse è bene iniziare ad allenarci.

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